30/06/23

Antonio Faeti. Nel castello delle belle avvelenate


Durante la prima presentazione online della collana “Babalibri Educazioni”, lo scorso autunno, i curatori Francesco Cappa e Martino Negri hanno illustrato i caratteri di un interessante progetto di recupero e riscoperta di testi che rappresentano delle pietre miliari della saggistica pedagogica, da molti anni irreperibili nelle librerie perché fuori catalogo, ai quali poter affiancare nel prossimo futuro altre proposte di titoli inediti. Due storiche collane di Emme Edizioni come “Il Puntoemme” (1971-1985) e “L’asino d’oro” (1979-1988), dedicate rispettivamente ai mondi della scuola e della letteratura infantile, sono il principale riferimento genealogico di questo progetto, che riallacciandosi a un’epoca di grande fermento culturale mira a stimolare nuove occasioni di riflessione sull’infanzia e sulle pratiche educative.

18/01/23

Bambini e topi. Un testo raro di Italo Calvino


È stato pubblicato oggi su Repubblica il primo di una serie di testi rari di Italo Calvino, ritrovati e riproposti in occasione del centenario della sua nascita (1923). Vorrei approfittare della curiosa coincidenza del titolo col nome di questo blog per riportarne qui un estratto, e proseguire così il discorso sulla futurologia che in passato abbiamo già trattato assieme a due grandi maestri della fantascienza come Isaac Asimov e Stanislaw Lem, ma anche coi fumetti di Antonio Rubino e di Henri Avelot sulla scuola del futuro, e con alcuni cartoni animati dei primi decenni del secolo scorso. Buona lettura.

13/05/21

Le parole che trasformano. «Lingua madre» di Maddalena Fingerle


Per i più assidui lettori di riviste letterarie sul web, la vittoria di Maddalena Fingerle alla XXXIII edizione del Premio Calvino (2020) col romanzo Lingua madre ha rappresentato senza dubbio più una conferma che una sorpresa. Già da un paio d’anni, infatti, i suoi racconti pubblicati su riviste come CrapulaClub, Nazione Indiana e Narrandom avevano cominciato a imporsi all’attenzione di editor e scrittori per la loro originalità e per uno stile impeccabile e immediatamente riconoscibile, nonostante la giovane età dell’autrice (nata a Bolzano nel 1993, e attualmente dottoranda in italianistica a Monaco di Baviera).

14/09/20

Gianni Rodari. Dove finiscono le favole senza fine


A un bambino dei nostri giorni il titolo Favole al telefono deve sembrare qualcosa di incredibilmente inattuale, quasi quanto quello delle Favole al telefonino con cui Fabian Negrin ha omaggiato il capolavoro rodariano nel 2010, a quasi cinquant’anni dalla sua uscita (1962). Oggi il termine telefonino è sempre meno utilizzato, forse perché chiunque si è reso conto che gli oggetti che teniamo con noi la maggior parte del tempo sono solo accidentalmente dei piccoli telefoni, e nonostante le inesauribili possibilità di comunicazione sembrano incapaci di restituire la strana sensazione di prossimità caratteristica di una telefonata.

Le corrispondenze imperfette di Gilberto Severini


In “Primi passi”, il terzo racconto della raccolta Quando Chicco si spoglia sorride sempre da poco ripubblicata da Playground (con lievi correzioni stilistiche apportate all’edizione Rizzoli del 1998), c’è una scena a mio parere perfetta per introdurre un discorso sulla prosa di Gilberto Severini, che nel panorama letterario italiano degli ultimi decenni spicca per grazia, equilibrio e limpidezza. Il narratore sta rievocando i pomeriggi dell’adolescenza trascorsi assieme ad altri ragazzi nella grande casa di un amico che faceva loro da insegnante di ballo, in previsione dei futuri appuntamenti danzanti con le coetanee. Dopo le lezioni di prova, prima senza musica e poi con l’accompagnamento del giradischi (siamo alla fine degli anni ’50), il racconto si sofferma sull’insegnamento più difficile da padroneggiare, che per i ragazzi rappresenta il culmine del percorso di apprendistato.