22/01/24

Hayao Miyazaki. La ferita dell’airone


Un ricordo indelebile dell’infanzia di Miyazaki risale al 19 luglio 1945, quando i bombardamenti raggiunsero la città di Utsonomiya, dove l’anno precedente la sua famiglia si era trasferita da Tokyo in una grande tenuta di campagna vicina all’azienda del padre e dello zio, specializzata nella costruzione di componenti per aerei da guerra. Il regista, che allora era un bambino di quattro anni e mezzo, ricorda il cielo infuocato nel cuore della notte, il piccolo camion aziendale dello zio, sul quale salì assieme ai genitori e al fratello maggiore Arata, le strade circondate dalle fiamme, e infine l’arrivo di un gruppo di persone in cerca di riparo.
«Non ricordo benissimo questo episodio, ma sono certo di avere sentito la voce di una donna che diceva: “Per favore, fateci salire”. Non so se sia un ricordo mio o se l’ho sentito dai miei genitori ma ho come l’impressione di averlo visto. Era una donna con una bambina, qualcuno del quartiere che correva verso di noi dicendo: “Per favore, fateci salire!” Ma il veicolo proseguì. E quella voce si è insediata nella mia testa, come è tipico degli eventi traumatici.» (Susan Napier, MondoMiyazaki, Dynit 2020, p. 31)

30/06/23

Antonio Faeti. Nel castello delle belle avvelenate


Durante la prima presentazione online della collana “Babalibri Educazioni”, lo scorso autunno, i curatori Francesco Cappa e Martino Negri hanno illustrato i caratteri di un interessante progetto di recupero e riscoperta di testi che rappresentano delle pietre miliari della saggistica pedagogica, da molti anni irreperibili nelle librerie perché fuori catalogo, ai quali poter affiancare nel prossimo futuro altre proposte di titoli inediti. Due storiche collane di Emme Edizioni come “Il Puntoemme” (1971-1985) e “L’asino d’oro” (1979-1988), dedicate rispettivamente ai mondi della scuola e della letteratura infantile, sono il principale riferimento genealogico di questo progetto, che riallacciandosi a un’epoca di grande fermento culturale mira a stimolare nuove occasioni di riflessione sull’infanzia e sulle pratiche educative.

13/06/23

La storia infinita (racconto)


Ho letto il seguente racconto durante la mia ultima lezione di quest’anno scolastico in una quinta elementare, nascondendolo in un libro che mi ha consentito di presentarlo come una fiaba tibetana. È stata la seconda delle nostre tre letture conclusive, dopo un estratto dal capitolo 12 del romanzo Momo di Michael Ende, e prima di un altro breve racconto scritto da me per l’occasione (L’incontro segreto). Sul registro ho chiamato questa lezione conclusiva «Un mondo di storie».
 

14/04/23

Sulle rotte dei sogni


Uno dei sogni a cui sono più affezionato, per me molto significativo nella sua semplicità, risale a qualche anno fa:

Alcuni ex alunni di quinta, ormai iscritti alle medie, sono tornati a scuola per salutarmi. Uno di loro, Christian, prima di congedarsi mi regala un disegno. È una mappa del cortile della scuola molto particolare, perché invece dello spazio rappresenta il tempo, e tutti i suoi elementi sono ricordi che ci riguardano.

A distanza di anni mi sorprende scorgere in questo sogno l’intuizione di un percorso che avrei affrontato in seguito, in un’altra scuola e con altri alunni. Riflettendo ora sul senso di questa intuizione, direi che la mappa del tempo è una mappa che consente a ogni ricordo di farsi immagine del futuro, mettendo in relazione dimensioni solitamente contrapposte. È una mappa che crea continuità fra tempi differenti, e soprattutto nasce come un dono.

08/02/23

Il cuore dell’imperatore. Su «L’usignolo» di Andersen


Condivido il testo di un discorso che ho scritto ispirandomi alla fiaba L’usignolo, di Hans Christian Andersen, e ad alcune osservazioni fatte dai miei alunni di quinta elementare dopo la lettura di questa fiaba. Ho letto questo testo in classe per riprendere alcuni spunti che erano emersi dal dialogo, riallacciandomi a una battuta che durante la lezione precedente non avevo compreso.