07/02/22

Il tesoro degli sciocchi e dei bambini


Una delle storie più curiose della tradizione novellistica italiana è quella di Ganfo il pellicciaio, contenuta nel Novelliere di Giovanni Sercambi (1348-1424). Gianni Celati la riscrisse nell’italiano d’oggi per l’antologia Novelle stralunate dopo Boccaccio, a cura di Elisabetta Menetti (Quodlibet 2012), e in un saggio intitolato “Lo spirito della novella” la riassunse in poche righe:
Ganfo va ai Bagni di Lucca per curarsi; ma quando deve entrare in acqua e vede tante persone, si chiede: “Tra tanti, come farò a riconoscermi?” Allora si mette un segno di croce sulla spalla, ed entrato in acqua guarda il segno e si dice: “Sì sono proprio io”. Poi però l’acqua spazza via il suo segno di croce e lo deposita su un altro bagnante, al quale Ganfo dice: “Tu sei io e io son tu”. E l’altro per mandarlo al diavolo gli risponde: “Va’ via, tu sei morto”. Al che Ganfo si crede morto, torna a casa, si stende sul letto, si lascia mettere nella bara. […] Poi, mentre lo portano al cimitero, per strada una cliente gli manda una maledizione, perché gli aveva portato una pelliccia da riparare e lui è morto senza restituirgliela. E Ganfo risponde nella bara: “Se io fossi vivo come sono morto, ti risponderei come si deve”.

14/09/20

Gianni Rodari. Dove finiscono le favole senza fine


A un bambino dei nostri giorni il titolo Favole al telefono deve sembrare qualcosa di incredibilmente inattuale, quasi quanto quello delle Favole al telefonino con cui Fabian Negrin ha omaggiato il capolavoro rodariano nel 2010, a quasi cinquant’anni dalla sua uscita (1962). Oggi il termine telefonino è sempre meno utilizzato, forse perché chiunque si è reso conto che gli oggetti che teniamo con noi la maggior parte del tempo sono solo accidentalmente dei piccoli telefoni, e nonostante le inesauribili possibilità di comunicazione sembrano incapaci di restituire la strana sensazione di prossimità caratteristica di una telefonata.

13/10/15

Il Krampus. Storia del doppio demoniaco di san Nicolò


Nel novero degli aiutanti, servitori e alter ego demoniaci di san Nicolò (san Nicola), incaricati di accompagnarlo durante la tradizionale ricorrenza popolare celebrata ancora oggi il 6 dicembre in diversi paesi europei, la figura più spaventosa è senz’altro quella nota col nome di Krampus in alcune zone dell’Austria, della Germania meridionale (Baviera), dell’Italia nord-orientale (Trentino-Alto Adige e Friuli-Venezia Giulia), della Croazia, della Slovenia e dell’Ungheria.