tag:blogger.com,1999:blog-84105802617034886132024-03-14T16:24:25.882+01:00Bambini e topiUnknownnoreply@blogger.comBlogger163125tag:blogger.com,1999:blog-8410580261703488613.post-4186063177692918182024-03-04T09:26:00.001+01:002024-03-09T14:59:05.923+01:00I visori e il futuro dell’educazione<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><img border="0" data-original-height="344" data-original-width="500" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjL1SOfpxWmOjDWD8bzBQGfqGgZWlTQCxQ-PR0soI9OnNOP4FodFjclLASlDpTR_6vwPAOuzDrMK-rE0Ywd_waCwd1jDqnN3SeZ9KGp-REu2TDkmk4cXmwN66gd2qSZ077D30ZKGNvpUCeIcPanfst3iY9MrVQ2RQF4Rpd5LxG9r_ZbHDTmN1NbOi-JAc8/s16000/visore-scuola-virtuale-aumentata.jpg"></div><br>Credo che il lancio del nuovo visore Apple Vision Pro, in vendita dal 2 febbraio negli Stati Uniti, debba suscitare in ciascuno di noi delle domande circa la società in cui viviamo e il mondo che vorremmo abitare. Guardando le immagini e i video diffusi, nei quali si vedono persone che indossano il costoso gadget tecnologico per strada, sui mezzi pubblici e perfino alla guida di auto, immerse nel loro mondo “aumentato” ed estraniate dalla realtà sociale, il mio pensiero è corso subito alle aule di scuola.
<br><br><span></span><a href="https://www.bambinietopi.it/2024/03/visori-scuola.html#more">[Continua...]</a>Unknownnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8410580261703488613.post-29964121579193990492024-03-01T16:49:00.005+01:002024-03-02T15:29:03.896+01:00La cecità della macchina (e della bomba)<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><img border="0" data-original-height="307" data-original-width="500" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj95MTlFX-UlS8reEEGARPUqqtOxWnKvmnMN0bXiigvj6ypjbrwV32uKFbfgJlRjuBT_G6_ugWAKdnTrq22i8iXTFy8l3kKdeYljhiGWDSPuujA6qRNus6dRXqJgc0_1bLW2ufUdBBLGppLtMRZRN7aezBW2uHgxCcXARlRmU_QYI7ZrPZTnsqV6KquSDk/s16000/israele-folla-camion.jpg"></div><br>«Il crescente affidamento che la nostra società fa sui computer, che erano inizialmente destinati ad “aiutare” la gente a fare analisi e a prendere decisioni, ma che da ormai molto tempo hanno da un lato superato la comprensione di chi li usa, diventando d’altro canto indispensabili, è un fenomeno molto grave. […]
<br><br>
<span></span><a href="https://www.bambinietopi.it/2024/03/weizenbaum-anders.html#more">[Continua...]</a>Unknownnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8410580261703488613.post-77378009944287106652024-02-15T12:18:00.007+01:002024-03-02T15:29:03.896+01:00Hannah Arendt. La custodia della novità<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><img border="0" data-original-height="322" data-original-width="500" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjLApjJ9BsKAlC5PjHoRIOTk4vHqLl-mDiFQcFSoI2FX_Ae2XbKWz6ENuX8Z5P2Y1aG0RxuMPIgIbQ23SH2X6KL0KK5ajR-5WJWw233yd0K25XEIGhVAxXevkynuFYUBXR5UZ-IZkIF0fhLi7jEKYLTJbw9ScNDIzEISrRPNt2iQxu0Rf1fvLwsg0xb-Jo/s16000/wings-desire.jpg"></div><br>«In fondo noi educhiamo sempre i nostri figli in vista di un mondo che è già, o sta per diventare, fuori sesto. È la condizione umana: il mondo è creato da mani mortali che lo destinano a esser dimora di mortali per un tempo limitato. Il mondo si logora perché è opera di mortali; e rischia di diventare mortale come loro, perché i suoi abitanti si avvicendano senza sosta. Per proteggere il mondo dalla natura mortale di chi lo crea e lo abita, occorre rimetterlo in sesto sempre daccapo. Il problema è educare in modo che il “rimetterlo in sesto” resti di fatto possibile, seppure non possa mai essere garantito.<br><br><span></span><a href="https://www.bambinietopi.it/2024/02/hannah-arendt-educazione.html#more">[Continua...]</a>Unknownnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8410580261703488613.post-48814925112810446462024-01-22T09:02:00.004+01:002024-01-25T19:38:12.658+01:00Hayao Miyazaki. La ferita dell’airone<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><img border="0" data-original-height="332" data-original-width="500" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhiLR-1rt488WLeyvyotml3AGfatqz3dizXsZKpf8lcns90j8xB4jKoyDQsxFTdDlpSzKZ43cqFpBzn_YYyRf3OpT0jBH-m8c4DMWJrYM1c4vNGKyRAcsRJ9apj-OhJWjCxbm-jSqV3snOS_lZ83otusoL0bH02r8qhS1TgW0z0cBw_KtJivPeiX6yRDeU/s16000/miyazaki-ragazzo-airone.jpg"></div><br>Un ricordo indelebile dell’infanzia di Miyazaki risale al 19 luglio 1945, quando i bombardamenti raggiunsero la città di Utsonomiya, dove l’anno precedente la sua famiglia si era trasferita da Tokyo in una grande tenuta di campagna vicina all’azienda del padre e dello zio, specializzata nella costruzione di componenti per aerei da guerra. Il regista, che allora era un bambino di quattro anni e mezzo, ricorda il cielo infuocato nel cuore della notte, il piccolo camion aziendale dello zio, sul quale salì assieme ai genitori e al fratello maggiore Arata, le strade circondate dalle fiamme, e infine l’arrivo di un gruppo di persone in cerca di riparo.<br>
<blockquote>«Non ricordo benissimo questo episodio, ma sono certo di avere sentito la voce di una donna che diceva: “Per favore, fateci salire”. Non so se sia un ricordo mio o se l’ho sentito dai miei genitori ma ho come l’impressione di averlo visto. Era una donna con una bambina, qualcuno del quartiere che correva verso di noi dicendo: “Per favore, fateci salire!” Ma il veicolo proseguì. E quella voce si è insediata nella mia testa, come è tipico degli eventi traumatici.» (Susan Napier, <i>MondoMiyazaki</i>, Dynit 2020, p. 31)</blockquote>
<br><span></span><a href="https://www.bambinietopi.it/2024/01/hayao-miyazaki-ragazzo-airone.html#more">[Continua...]</a>Unknownnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8410580261703488613.post-3342541038029584852024-01-15T19:40:00.004+01:002024-01-15T20:24:42.566+01:00I fiori di ciliegio e la guerra<div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><img border="0" data-original-height="338" data-original-width="500" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjFGIfDHDnK_PExQQCQ427yh6rDAsxPbBeWrolnQZzUThaUqogpxo0_m0xEtsX0DEr2KuGyCJ7O7LLyid_tfqK_wJL5KQe0RJIYkKigREFR_Y6jCqT7sQuKWpKQP7hJdx_vr_ng2qy800tF7RWu8omxxPIYRDkv0Lgu_uJS7pAU_EwAU1A11FcCa1gA2u0/s16000/fiori-ciliegio-ukiyoe.jpg"></div><br>«Ricordo ancora il mio primo libro di testo della scuola elementare. Era la primavera del 1934. Lo aprii con grande emozione: al suo interno era disegnata una bellissima scena primaverile, con degli alberi di ciliegio in fiore.»</div><br>«Ricordo che la nostra maestra scrisse le parole “Sono sbocciati, sono sbocciati” a caratteri cubitali sulla lavagna. La signorina Tejima era alta e snella. Immagino che molte persone conservano anche da adulti un ricordo nitido dei loro insegnanti della scuola elementare. Anch’io ho ben impressa nella memoria l’immagine della signorina Tejima: il colore dei suoi vestiti, la sua acconciatura e persino i gesti che era solita fare.»<br><br>
<span></span><a href="https://www.bambinietopi.it/2024/01/daisaku-ikeda.html#more">[Continua...]</a>Unknownnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8410580261703488613.post-76587063311268637272023-10-07T13:10:00.004+02:002024-01-17T17:21:16.952+01:00La scuola di un poeta<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><img border="0" data-original-height="341" data-original-width="500" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhDVOLJQhsmpe5kh5HozhGXGYOvttDLiayr-YRdq9lQhZsBtaKYuZxln_SFNclnXT868cd-2l_eLaZR9Yn6Jbp1YeieYz3Xo6CdO9TOCTkGGt45YTydo9TMrBjpT3EEzqqBBn0-90DzN7xeZzma_HTLkmUywexabAh8Gug90ZyDTsLz05LyM_8ruHLrWJs/s16000/tagore-bolpur-school.jpg"></div><br>«Il nostro paese non mancava affatto di scuole quando bastava un pezzo di gesso ed il nudo pavimento per insegnare a scrivere ai ragazzi; oggi ci sono montagne di lavagne e di matite ma poche scuole. Questa tendenza a preoccuparsi dei fatti non essenziali più che di quelli essenziali, la si può vedere ora in ogni aspetto della nostra vita. I nostri antenati si preoccupavano ben poco delle formalità sociali, e molto invece dei doveri sociali, noi invece facciamo il contrario. Essi consideravano il mobilio parte della ricchezza, non della civiltà. I custodi della civiltà a quei tempi avevano ben pochi mobili nelle loro case, e davano la felicità al paese rendendo la povertà rispettabile. Se potessimo, mentre siamo giovani, apprezzare a fondo l’ideale della vita semplice, potremmo se non altro arricchirci di alcune capacità: la capacità di sedere a terra, di indossare vestiti poveri, di mangiare cibo semplice e di ottenere i migliori risultati possibili col minimo sforzo possibile. Non sono capacità di poco conto, e ci vuole non poco sforzo per acquistarle.
<br><br><span></span><a href="https://www.bambinietopi.it/2023/10/tagore-scuola.html#more">[Continua...]</a>Unknownnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8410580261703488613.post-24702228690935562112023-07-16T18:39:00.028+02:002023-07-17T10:46:17.425+02:00Scuola e intelligenze artificiali. Una riflessione<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><img border="0" data-original-height="267" data-original-width="500" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhJ1Dw7n5WLteLnhnD-FfEpJ6op9zWgHgtb1mgJPYnjgcil8dN8o-ZjeOQyn5bIZO9bEjiCIuF9Dl41YFb6wmJ86c6W7DuDuTmqWEWTk9TZK70kKe7lCBGci6DaOJUdqJh3hlMFaajQZtDuK6lLGYc_KxIdxtfLFr1XTTExvq0zhAb3QsFCaM3lPzZR6z0/s16000/momo-signore-grigio.jpeg"></div><br>È stata pubblicata sul supplemento <i>La Lettura</i> del <i>Corriere della Sera</i> (nel numero 607 di domenica 16 luglio) un’intervista di Simone Di Biasio a Paolo Granata, professore di Cultura dei media all’Università di Toronto, a proposito di intelligenze artificiali. Mi congratulo con Simone Di Biasio, studioso che seguo e stimo da anni, per questa nuova collaborazione, anche se il mio pensiero è molto distante dalle opinioni espresse da Paolo Granata. Invito a leggere l’interessante intervista (<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjIgEG6kdLpBgErJTVpEfU0GjkpeFm1rOyEsSxfzNwS6xT9DjlJVIAsQxyJdKxntj1QtTPIMxZSfWro4885RHDtKT_H-8wYkhoHJl7DxReCKDGtUfuhBvDc4MelibHKPv6mTCrpuZItuTPfA5ryw7GeFY80Ij7lRp7J38PIYS4i5GW_HoFeR12Ysbx1_pk/s1536/lettura1.jpeg" target="_blank" rel="nofollow">qui</a> la prima parte, <a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgdRKZLgHulvp5bQp-DlxvVZ8wJ8u8wuA4wZLUddmX5QMYBCiuVMOmPHp_o0wUABnr1S7zf9dEG752Q_Zsl-XbcLcOAdhmg6eatOxROF2p3rp_cBmSL-ld6dMPvtTtYI1N62jPdsC6CrvF4QPFX9e39vZ8Cxpy3ugjcl4Vs2nEdvKvDTibCLJLIV0tD_x8/s960/lettura2.jpeg" target="_blank" rel="nofollow">qui</a> la seconda), e voglio cogliere l’occasione per sviluppare una riflessione che avevo cominciato a elaborare qualche mese fa, con <a href="https://www.bambinietopi.it/2023/02/chatgpt-scuola.html" target="_blank">un appunto</a> a un altro articolo pubblicato da Alessandro Carrera su <i>Doppiozero</i>.<br><br><span></span><a href="https://www.bambinietopi.it/2023/07/scuola-intelligenze-artificiali.html#more">[Continua...]</a>Unknownnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8410580261703488613.post-43815384272678657302023-06-30T09:20:00.001+02:002023-06-30T09:45:49.199+02:00Antonio Faeti. Nel castello delle belle avvelenate<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><img border="0" data-original-height="552" data-original-width="800" height="345" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiBMBubLx7rH7iNE6Wq3whc5z1xxNbhtMKXCQ605uE0lKBnxM-tJaAJiiHFJi_y4mShThCn0dOS-b_1SsKenx4y0gwIj97AlxGrezlQFXLBlr_npiD5fW_8HpP-PaKMKb755ZxN_5K22gf86Pxd5WKMLobv3r07uomPZSNEK8dtZzS7KRfGgjsuhIDs/s16000/giardino-segreto.jpg" width="500"></div><br>
Durante la prima <a href="https://www.youtube.com/watch?v=Kh9un0RwPjA" rel="nofollow" target="_blank">presentazione online</a> della collana “Babalibri Educazioni”, lo scorso autunno, i curatori Francesco Cappa e Martino Negri hanno illustrato i caratteri di un interessante progetto di recupero e riscoperta di testi che rappresentano delle pietre miliari della saggistica pedagogica, da molti anni irreperibili nelle librerie perché fuori catalogo, ai quali poter affiancare nel prossimo futuro altre proposte di titoli inediti. Due storiche collane di Emme Edizioni come “Il Puntoemme” (1971-1985) e “L’asino d’oro” (1979-1988), dedicate rispettivamente ai mondi della scuola e della letteratura infantile, sono il principale riferimento genealogico di questo progetto, che riallacciandosi a un’epoca di grande fermento culturale mira a stimolare nuove occasioni di riflessione sull’infanzia e sulle pratiche educative.<br>
<br><span></span><a href="https://www.bambinietopi.it/2023/06/antonio-faeti.html#more">[Continua...]</a>Unknownnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8410580261703488613.post-53413551380188515442023-06-13T22:00:00.008+02:002023-06-14T13:38:11.520+02:00La storia infinita (racconto)<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><img border="0" data-original-height="683" data-original-width="1000" height="342" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgCQZvjd4erm0uYQ1IGITq7m36hPcqswEqWQwXc9PvrcE-Cz-lzfmJB2m0wSoC-FX5mGDeGxAx2rTR2TL6npgx2AUu5qX6F04Ga92PM_3E7y9UH7Ac1cdp2tJmUpBfa9hxhFdX3aNppoFYlCyZ9WTMosewULjO3q20hT5j4UX4dTKdkFTe-Hj2O-zxl/s16000/holy-cedar-etching.jpg" width="500px"></div><br>Ho letto il seguente racconto durante la mia ultima lezione di quest’anno scolastico in una quinta elementare, nascondendolo in un libro che mi ha consentito di presentarlo come una fiaba tibetana. È stata la seconda delle nostre tre letture conclusive, dopo un estratto dal capitolo 12 del romanzo <i>Momo</i> di Michael Ende, e prima di un altro breve racconto scritto da me per l’occasione (<i><a href="https://lunanuova.netsons.org/incontro.html" rel="nofollow" target="_blank">L’incontro segreto</a></i>). Sul registro ho chiamato questa lezione conclusiva «Un mondo di storie».<div>
<br><span></span></div><a href="https://www.bambinietopi.it/2023/06/storia-infinita-racconto-scuola.html#more">[Continua...]</a>Unknownnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8410580261703488613.post-25326281718306505972023-05-30T23:32:00.011+02:002023-05-31T09:05:05.077+02:00James Hillman. Lettera agli insegnanti italiani (2002)<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><img border="0" data-original-height="341" data-original-width="500" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjCim7WmLFSdwNOyYf8X6XMeJrUhFXCI3uRK3GIrX3wM27sdCjwaA01m_GZIl9ngQ42OzQFiX2MEra-yk1yBdqV3nbz0hhLd_-9wO1oNcd5QPpO1NNLltzj_RRzEVJ6RiOlxus7EOOzv2yzG2gdDOikx9dg8-z2IHE_QTTgyQZsjUbmJerCDn8o8o53/s16000/james-hillman.jpg"></div><div><br></div>Nel 2002, in occasione di un convegno internazionale, il noto psicoanalista James Hillman scrisse una lettera rivolta agli insegnanti italiani, nella quale affrontava col consueto acume alcune questioni su cui oggi mi sembra più che mai importante tornare a riflettere. Ho scelto per questo di condividere qui la prima parte della lettera, e alla fine della pagina il link per proseguire la lettura delle altre due parti.<div><br><span></span></div><a href="https://www.bambinietopi.it/2023/05/james-hillman-scuola.html#more">[Continua...]</a>Unknownnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8410580261703488613.post-64984109763059115132023-05-17T10:36:00.001+02:002023-05-17T10:36:07.103+02:00Il dono del platano<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><img border="0" data-original-height="560" data-original-width="800" height="350" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgcSHX32-w2Ej9hFtsH63qRSqyV5O_6eIeuFxwLWS9n2HhAGbXJJEwZ2IqiAP6y8WXQPZcCLazU3mBVb26x9d3r2O2gVToraGhbran42tcSB0q1_Hw2SI6JfzGA-L8FcCIbOByQiUTxtO3eV-1TKvfuoO08s5yp_H4bMD0XyUmPSs4EInlWnxISAUhT/s16000/piazzabuozzi.jpg" width="500"></div><br>Il 4 aprile scorso è stato l’ultimo giorno di vita di un albero secolare della mia città, il platano di piazza Buozzi (Milano), abbattuto la mattina seguente. Quel giorno, prima di andare a salutare l’albero nel tardo pomeriggio, ho sentito il bisogno di scrivere <a href="https://www.bambinietopi.it/2023/04/una-malattia-invisibile.html" target="_blank">un piccolo racconto</a>.<br><br><span></span><a href="https://www.bambinietopi.it/2023/05/dono-platano.html#more">[Continua...]</a>Unknownnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8410580261703488613.post-20034577599198582972023-05-05T11:55:00.002+02:002023-05-05T11:55:52.428+02:00Scuola e letteratura. Un’intervista su Dorothy e Alice<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><img border="0" data-original-height="304" data-original-width="500" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj05in4j36dehlkkdZaU-EolMFr3sUzD0p5UwvKqVCXzeXfj9hNaK4F5k9KwmmFmf9K4ENu5nCl1NgIlwgRfqkU4DejCD8LDdLLBe0i6iQcCCS2saCE74qc8pDYxAd--7ZfOqVEJpXfGHwk29mYr8txojWjAI68Q3NHq7RM1R80dgMVFVf8jjuq055r/s16000/dorothy-e-alice.jpg"></div><br>È online la mia intervista con Piero Guglielmino, curatore del progetto «Dorothy e Alice», che ringrazio di cuore per l’invito. Abbiamo parlato del mio ultimo articolo per il blog di Topipittori, <i><a href="https://www.topipittori.it/it/topipittori/sulle-rotte-dei-sogni" rel="nofollow" target="_blank">Sulle rotte dei sogni</a></i>, in cui proseguo il racconto delle letture che sto facendo a scuola coi miei alunni di settimana in settimana, ma è stata per me anche un’occasione per raccontare come si è sviluppata nell’infanzia la mia passione per la letteratura, e infine per sottolineare la necessità di ritrovare le parole della scuola, in un momento in cui proliferano i discorsi “sulla” scuola.<br><br><span></span><a href="https://www.bambinietopi.it/2023/05/scuola-e-letteratura-unintervista-su.html#more">[Continua...]</a>Unknownnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8410580261703488613.post-3098979787949944482023-04-14T21:33:00.001+02:002023-04-14T21:33:36.161+02:00Sulle rotte dei sogni<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><img border="0" data-original-height="378" data-original-width="500" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhur1CfkD-Q4zUQgKXwcyd0fFZQ6BNN8DeH_unpCpIix1LxIV1ZTMCskCXB6utPfIyWKT7sqWr5SvLMgsOD3nMWPsaQY-TiFs3wQEVd6cP16Qq7GmvqPH6WiK4cg-u8O5DLG7uzK98CN9cuJ8Wbb4nLdzS-BgoR1mXnOvZuNTbIgAOG4MKlcaBmtrkR/s16000/little-nemo-mccay-bed-boat.jpg"></div><br>
Uno dei sogni a cui sono più affezionato, per me molto significativo nella sua semplicità, risale a qualche anno fa:
<br><br>
<i>Alcuni ex alunni di quinta, ormai iscritti alle medie, sono tornati a scuola per salutarmi. Uno di loro, Christian, prima di congedarsi mi regala un disegno. È una mappa del cortile della scuola molto particolare, perché invece dello spazio rappresenta il tempo, e tutti i suoi elementi sono ricordi che ci riguardano.</i>
<br><br>
A distanza di anni mi sorprende scorgere in questo sogno l’intuizione di un percorso che avrei affrontato in seguito, in un’altra scuola e con altri alunni. Riflettendo ora sul senso di questa intuizione, direi che la mappa del tempo è una mappa che consente a ogni ricordo di farsi immagine del futuro, mettendo in relazione dimensioni solitamente contrapposte. È una mappa che crea continuità fra tempi differenti, e soprattutto nasce come un dono.<br><br>
<span></span><a href="https://www.bambinietopi.it/2023/04/sogni-scuola.html#more">[Continua...]</a>Unknownnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8410580261703488613.post-24790474752604666352023-04-04T16:28:00.007+02:002023-06-13T22:10:31.465+02:00Una malattia invisibile (racconto)<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><img border="0" data-original-height="660" data-original-width="1000" height="330" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg88dgpoWXQC1GwL-u6pwIc_izITu7U_k-zsr3LcyvEuc3VK799iJahpkacAF5gYm9dGHmT-smSig7Oe1o57n2k776WwvJbRc3QNpH89okbwxlBigwuNgXOyzP1L6k3P3Ws7yQuPrYfpZODO3JpsGHD-5KW8NfKmynyTB4uBtXbnxfD3qt91t1lTb4H/s16000/platano.jpg" width="500"></div><br>Sui canali social l’assessore ha lanciato la settimana del verde, la <i>Green Week</i>, congratulandosi da solo per i suoi progetti innovativi.<br>
Nella piazza, intanto, alcune persone si sono radunate attorno a un grande albero antico. Si dice che stia morendo, eppure sui suoi rami sono comparsi degli splendidi germogli.<br>
Una coppia di anziani sospira: nemmeno gli anni delle loro vite messi assieme raggiungono quelli dell’albero, che ha attraversato due guerre e conosciuto tre secoli diversi.<br>
È un albero vecchio e malato, dice un signore. Lo scrive anche il giornale, non c’è più tempo per rimandare l’abbattimento.<div><br>
<span></span></div><a href="https://www.bambinietopi.it/2023/04/una-malattia-invisibile.html#more">[Continua...]</a>Unknownnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8410580261703488613.post-4383416439361431172023-03-29T18:02:00.027+02:002023-03-31T23:51:18.750+02:00Il profeta, il maestro e il giardiniere<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><img border="0" data-original-height="660" data-original-width="1000" height="330" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj9-YhMzxG9pr7kJ90VDLhOzi0EfhNgYNGkjjVtJKoQmw0-Jc7LYuV-ub8LvElh9GB5IkjQbTCj6xFYAdJOEC9D-yzrrZ7efl5AiflUAkBTpVEwQegJiGt7UgXM83ijQq-Asuz61anEeriH8OtMTaLVhcyNvRjzZSxHLS-TeFdzDumcfvLJl0xgFetO/s16000/peter-sis-saint-exupery.jpg" width="500"></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br></div>«Mi ricordai di quel profeta dallo sguardo duro e per giunta guercio. Un giorno mi venne a trovare fremente di sdegno. Uno sdegno sinistro:<br>
– Occorre sterminarli – mi disse.<br>
Io capii che aveva il gusto della perfezione, poiché solo la morte è perfetta.<br>
– Essi peccano – disse.<br>
Io tacevo. Vedevo dinanzi a me quell’anima temprata come una spada. Ma pensavo: – Costui esiste contro il male. Non esiste se non attraverso il male. Che cosa sarebbe dunque senza il male?<br>
– Che cosa desideri per essere felice? – gli chiesi.<br>
– Il trionfo del bene.<br>
Mi rendevo conto che egli mentiva, poiché chiamava felicità il lasciare arrugginire la propria spada senza usarla.»<div><br><span></span></div><a href="https://www.bambinietopi.it/2023/03/cittadella-saint-exupery.html#more">[Continua...]</a>Unknownnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8410580261703488613.post-49817987903652967752023-02-27T13:30:00.020+01:002023-07-16T19:59:00.680+02:00ChatGPT a scuola. Un appunto<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><img border="0" data-original-height="375" data-original-width="500" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgbg4d8kh28CErA_TYFSSD_J4veKJvR-KQf4gnctCS_zWQDjQv826DOP3F5RW2KI8eoiBAsiG_feiHSaw3EksSJZwNhDhj0UpDllsR_ufsdvQcxkVrvrR9LLjkNAYo0f-5Od6nNhnH5zZqpyIQNARVi92zoi4SthTzVQ_79Zndq_Vpygr8IgJM3wr0l/s16000/usignolo-morte-imperatore.jpg"></div><br>È stato pubblicato oggi su <i>Doppiozero</i> un interessante articolo di Alessandro Carrera sulle scritture prodotte dall’intelligenza artificiale, intitolato <a href="https://www.doppiozero.com/chatgpt-il-punto-di-vista-del-diavolo" rel="nofollow" target="_blank"><i>ChatGPT. Il punto di vista del diavolo</i></a>. Vorrei soffermarmi sul modo in cui viene affrontata la questione scolastica, che è solo uno dei tanti punti toccati dall’articolo.
<br><br>
<span></span><a href="https://www.bambinietopi.it/2023/02/chatgpt-scuola.html#more">[Continua...]</a>Unknownnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8410580261703488613.post-47104771879079176312023-02-20T20:55:00.007+01:002023-02-27T19:16:30.407+01:00George Orwell. Lingua e letteratura del totalitarismo<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><img border="0" data-original-height="330" data-original-width="500" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEij3an3CDeTmugmaZLUFoESFzSQKXqRBBecYUr3q0fj2n_HZMOu2snKWFVgGkbim1vbV3l6XZ7ji5leTFkVemspPghj5WMjq1uiMW3f1EbfdLrbfAFuCLRk5TA52tgoy7asLdSytI74modKPdmZThQcFGgJ5jvBywi-uxC9xFUnxrS9JphvSzuii487/s16000/orwell-1984.jpg"></div><div><br></div>«Il Parlanuovo non aveva soltanto lo scopo di fornire un mezzo di espressione per la visione del mondo e le abitudini mentali consone ai seguaci del Socing, ma di rendere impossibile ogni altra forma di pensiero. Si dava per inteso che con l’adozione totale e definitiva del Parlanuovo e la consegna del Parlantico all’oblio, un pensiero eretico – vale a dire un pensiero che divergesse dai principi del Socing – diventasse di fatto impensabile, almeno là dove il pensiero dipende dalle parole. […] Un simile esito veniva ottenuto in parte con l’invenzione di nuove parole, ma soprattutto tramite l’eliminazione dei termini sconvenienti e la spoliazione di significati non ortodossi e, per quanto possibile, di ogni altro significato secondario.»<div>
<br>
<span></span></div><a href="https://www.bambinietopi.it/2023/02/orwell-1984-neolingua.html#more">[Continua...]</a>Unknownnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8410580261703488613.post-78151608694333044172023-02-08T19:09:00.004+01:002023-02-27T19:25:49.890+01:00Il cuore dell’imperatore. Su «L’usignolo» di Andersen<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><img border="0" data-original-height="321" data-original-width="500" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiRMUlc6HNO0YOXppk3FVUXmoR5FZhYvRkIBL3hRQmnWb6ayPSmt3cHgRrCPbjgCmSB1Cr9iP1lLlp_Sd23eIR1S7ZtOEoWNM-39uK9naK0kvM6GxfYUdXKlQBSTUT0m6xJCoDIqAPB3mLvaSs8x7bdzF9tNhnlJz41PXOmmW2ihkJ1BccvI2bPHliW/s16000/usignolo-andersen.jpg"></div><div><br></div>Condivido il testo di un discorso che ho scritto ispirandomi alla fiaba <i>L’usignolo</i>, di Hans Christian Andersen, e ad alcune osservazioni fatte dai miei alunni di quinta elementare dopo la lettura di questa fiaba. Ho letto questo testo in classe per riprendere alcuni spunti che erano emersi dal dialogo, riallacciandomi a una battuta che durante la lezione precedente non avevo compreso.<br><br>
<span></span><a href="https://www.bambinietopi.it/2023/02/usignolo-andersen.html#more">[Continua...]</a>Unknownnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8410580261703488613.post-72570962107618330712023-01-24T10:48:00.001+01:002023-02-27T19:10:23.639+01:00La luna è una barca<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><img border="0" data-original-height="333" data-original-width="500" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEit8a_NjnsJnLg1XI15c-rAY1-2wcm5SkKzjLjTM-gRdQwPPC1uagzmr8E0owhHuR_v39hqZfW7NOGTLjho53P3x5rSZWq_eyQHaa1uyYMquh2t0VcQ8Jy9LHq97yXjjFQNfmH39tCtkwhRS-3PgC9wgvzzkOZtyq0Sg6C9y4-8QybX9QzsoSh6GtiE/s16000/robinson-peter-sis.jpg"></div><div><br></div>Ho passato un difficile inizio di anno scolastico, impigliato nell’altalena di dubbi, speranze e delusioni che molti insegnanti precari conoscono fin troppo bene. Prima l’attesa sfiancante e la preoccupazione di perdere la mia classe, poi la conferma tanto desiderata, poi l’improvvisa smentita, quindi le complicate trattative per conservare almeno in parte la continuità su alcune materie (o meglio, la relazione con gli alunni con cui lo scorso anno ho condiviso un viaggio ricchissimo di scoperte, uscite e progetti).
<br><br>
<span></span><a href="https://www.bambinietopi.it/2023/01/scuola-luna-barca.html#more">[Continua...]</a>Unknownnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8410580261703488613.post-64763253348989785382023-01-18T21:47:00.003+01:002023-01-19T12:34:50.128+01:00Bambini e topi. Un testo raro di Italo Calvino<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><img border="0" data-original-height="324" data-original-width="500" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiRAOL40JpDr_5ZDpw9dc_Ml0exU9BS2s5B2efYT7B0NUqrR2SXDxOmOkXPyuxRh8l2UrqN-y9bLkx1cGGxEAs7WY4PGxOeOKhwf-a6T8cICfgSAIZzpuMt0MLf0imCG2BFiPHV29iKwRzmlhSi1NGf7VZIGuHVj1xZ21EuELQrnyd2vRVkVSDpC_Uu/s16000/hamelin.jpg"></div><div><br></div>È stato pubblicato oggi su <i><a href="https://www.repubblica.it/cultura/2023/01/17/news/italo_calvino_racconto_raro_topi_bambini_anniversario-384014250/" rel="nofollow" target="_blank">Repubblica</a></i> il primo di una serie di testi rari di Italo Calvino, ritrovati e riproposti in occasione del centenario della sua nascita (1923). Vorrei approfittare della curiosa coincidenza del titolo col nome di questo blog per riportarne qui un estratto, e proseguire così il discorso sulla futurologia che in passato abbiamo già trattato assieme a due grandi maestri della fantascienza come <a href="https://www.bambinietopi.it/2015/12/nostalgia-del-futuro-asimov-futurologia-retro.html" target="_blank">Isaac Asimov</a> e <a href="https://www.bambinietopi.it/2022/12/apocrifi-stanislaw-lem.html" target="_blank">Stanislaw Lem</a>, ma anche coi <a href="https://www.bambinietopi.it/2017/12/proto-fantascienza-fumetti.html" target="_blank">fumetti di Antonio Rubino</a> e di <a href="https://www.bambinietopi.it/2019/09/scuola-del-futuro-fumetto.html" target="_blank">Henri Avelot</a> sulla scuola del futuro, e con alcuni <a href="https://www.bambinietopi.it/2018/01/cartoni-animati-fantascienza-paul-peroff.html" target="_blank">cartoni animati</a> dei primi decenni del secolo scorso. Buona lettura.<br><br><b>
<span></span></b><a href="https://www.bambinietopi.it/2023/01/bambini-e-topi-un-testo-raro-di-italo.html#more">[Continua...]</a>Unknownnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8410580261703488613.post-89978470020275049012023-01-09T09:10:00.003+01:002023-01-09T10:16:50.077+01:00Mattatoio n.5: Vonnegut a fumetti<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><img border="0" data-original-height="317" data-original-width="500" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi1iSumb8ctcgtiD22tY295X3REeB6XhN1Tb58KvWAgNI8EudCqMBxOOP1TaLfp8OcNjHHq_ZedCVDpvkUrwOS8eY9aFQaYtR4hHfBVpxdRRcoNwm3GrU_ssEFkv36QE-P7H1HJe6dMv9GgzuBWAoCmN6L4WzKC6-jgJKORBoS64KL8gUDkJ_ofCZF3/s16000/mattatoio-5-vonnegut-bompiani.jpg"></div><br>In un discorso tenuto <a href="https://www.newyorker.com/books/page-turner/what-kurt-vonneguts-slaughterhouse-five-tells-us-now" rel="nofollow" target="_blank">nel 2019</a>, per il cinquantesimo anniversario di <i>Mattatoio n.5</i> (1969), Salman Rushdie accostò il romanzo di Kurt Vonnegut a <i>Catch-22</i> (1961) di Joseph Heller, ed entrambi alla guerra in Vietnam. Due romanzi che descrivevano gli orrori della seconda guerra mondiale, ricordò infatti, attrassero a quel tempo un pubblico di lettori che seguivano con enorme preoccupazione lo svolgersi dell’ennesima escalation di violenza. Entrambi i romanzi vennero letti anche in relazione a tale conflitto, e in essi il racconto della guerra passata si rendeva comunicabile e sovrapponibile al presente grazie alla maschera della commedia: da un lato la follia farsesca di Heller, che Rushdie paragona a Charlie Chaplin; dall’altro l’umorismo nero di Vonnegut, più simile nel suo tono malinconico a un Buster Keaton. Ma ciò che davvero accomuna i due libri, afferma Rushdie, è la rappresentazione di un mondo «che ha perso la testa, nel quale i bambini sono mandati a fare il lavoro degli uomini e a morire».<div>
<br>
<span></span></div><a href="https://www.bambinietopi.it/2023/01/mattatoio-5-vonnegut-fumetto.html#more">[Continua...]</a>Unknownnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8410580261703488613.post-40677566007709659342022-12-24T16:38:00.000+01:002022-12-24T16:38:02.351+01:00Un’introduzione agli apocrifi di Stanisław Lem<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><img border="0" data-original-height="369" data-original-width="500" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiciTirfgWMUBVXRjw9tBvMQbJjNGQnlaWWJLiLven-TBSKpkfMfsQissPuc0FrfihjLMs2jotBPpvh6qhwwJR-Fcs_sqHyfirQ2u4Xsclj-x7GUb-WltYdQIUcUkkJuj0y4gGKq9SDaLNNeBJKqlxxhoo0_0On3swbDLP8MSPoPXupfXXsqb2zYVfS/s16000/stanislaw-lem.jpg"></div>
<blockquote>I varchi che si susseguivano, sempre più interni, i passaggi accuratamente sorvegliati, dapprima definiti da un nome palese nella più umile lingua impiegatizia, poi conosciuti soltanto per allusioni cifrate, iniziavano lentamente e ineluttabilmente a edificare una forma che si delineava dal nulla. La Costruzione delle Costruzioni, un Castello inconcepibilmente Alto, con all’Interno un Segreto mai nominato neppure in un impeto di massima audacia, a cui si sarebbe potuto, una volta attraversate tutte le strade, le soglie e le sentinelle, esibire i documenti! (Stanisław Lem, <i>Il castello alto</i>)</blockquote>
<br>
In un passo molto interessante del saggio <i>Sulla mia vita</i> (1983), Stanisław Lem riflette su quanto il suo metodo di scrittura si sia modificato nel corso degli anni, influenzando la tipologia stessa delle sue opere letterarie. L’evoluzione descritta corrisponde a un progressivo allontanamento da una prassi di creazione spontanea e dalle convenzioni romanzesche della fantascienza, che a suo parere ha elaborato con risultati mediocri nella prima fase della carriera e poi perfezionato nella seconda fase, in opere come <i>Solaris</i> (1961) e <i>L’Invincibile</i> (<i>Niezwyciężony</i>, 1964), approdando «ai confini di un ambito che era già quasi esaurito».<br><br><span></span><a href="https://www.bambinietopi.it/2022/12/apocrifi-stanislaw-lem.html#more">[Continua...]</a>Unknownnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8410580261703488613.post-50330944616979909082022-11-26T09:06:00.002+01:002022-11-29T13:51:20.395+01:00Un omaggio a Charles M. Schulz: Replica van Pelt<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><img border="0" data-original-height="327" data-original-width="500" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhjamUfzptXPVkM13RDcG6qpnlRY0jFTTD45GRxsukbO7FQ8j-O-2DW-B18UEGGRjd9u7Vw6BZqcp-spUd6L8Mu9S_WqaaCm7co2euSPDhpm012qYPbN4LoeBOwfXIF-cjCv_1vFiVHCGzsCGfthiPCGcyhvTYc2WeB1HcmcadGfyM11Zm0MJO9uiXy/s16000/rerun-van-pelt.jpg"></div><div><br></div><span style="font-size: 14px;">[Una versione ridotta di questo articolo è stata pubblicata su <a href="https://www.doppiozero.com/peanuts-personaggi-per-un-centenario1" rel="nofollow" target="_blank">Doppiozero</a> il 23/11/2022.]</span><br><br>A prima vista questo bimbo sembrerebbe una specie di Linus in miniatura, una copia del suo fratello maggiore, o meglio una Replica (<a href="https://www.gocomics.com/peanuts/1972/05/31" rel="nofollow" target="_blank"><i>Rerun</i></a>), come l’ha chiamato delusa Lucy, desiderosa di una sorellina, nell’anno della sua nascita (1972). In mancanza di un nome proprio porterà sempre questo nomignolo, spesso tra virgolette, perché <a href="https://www.gocomics.com/peanuts/1996/09/11" rel="nofollow" target="_blank">«tutti mi chiamano così»</a>, e per più di due decenni sarà solo una rara comparsa, nonché un personaggio che il suo stesso creatore, incerto sul ruolo da attribuirgli, finì per ritenere uno sbaglio – almeno finché il tempo non lo ricompensò con uno splendido riscatto.<div>
<br>
<span></span></div><a href="https://www.bambinietopi.it/2022/11/replica-van-pelt.html#more">[Continua...]</a>Unknownnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8410580261703488613.post-88588521152493352742022-11-01T18:48:00.001+01:002022-11-01T18:51:01.699+01:00Koreeda Hirokazu. Appunti d’autore<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><img border="0" data-original-height="334" data-original-width="500" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiMk_V1c72duDr0QYmfEMNTDMoP5pVE4HYY8RBAAhxbXdFe3iY1W2TxBxh7q58TsEBTfAfjqfO_NMpkYZhvWMDf8FMKwFQ-TyKMGtamgkhDmPbJQk8aLlKXGvcU5qO9X3HY1wKuGgU9qyyHBUtVcqX2EgK74y069-giUDWa5G-a4Dpb4c13IEnnEn4j/s16000/hirokazu-koreeda.jpg"></div><div><br></div>In occasione dell’uscita nelle sale italiane dell’ultimo film di Koreeda Hirokazu, <i><a href="https://www.bambinietopi.it/2022/10/koreeda-broker.html" target="_blank">Broker - Le buone stelle</a></i>, ho condiviso sul mio profilo Facebook alcuni appunti sulla sua filmografia tratti dal libro <i>Quand je tourne mes films</i> (Atelier akatombo, 2019), inedito in Italia. Ho scelto in particolare sette suoi film, cercando di privilegiare i miei preferiti e di dare spazio ai suoi primi lavori, meno noti in Italia ma molto significativi. Trascrivo gli appunti anche su questa pagina, per chiunque fosse interessato ad approfondire la conoscenza di questo grande regista contemporaneo.<br><br><span></span><a href="https://www.bambinietopi.it/2022/11/hirokazu-koreeda.html#more">[Continua...]</a>Unknownnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8410580261703488613.post-77275214496517674062022-10-24T12:51:00.004+02:002022-10-25T11:43:13.147+02:00Natività senza famiglia. «Broker» di Koreeda Hirokazu<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><img border="0" data-original-height="307" data-original-width="500" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjxCgcv9rolCcCE1y-huMYCJhxXnLBA07pQDxDfGAdsoaOK6C-m_jRNxUaNjcfTZMhhzpj90cclKXTzh7N1e5H0YTl4OpOaPwU6-TvhBDNGkJkAD-PIZnTEjx5bfxgG66IMuQyFsGbPWEF241t8j3Ho054aqMrW9C3o-MRcwSP0LQXjMnZsG2jpLb7y/s16000/broker-koreeda-buone-stelle.jpg"></div><div><br></div>Una domanda che echeggia più o meno silenziosa in molti film di Koreeda Hirokazu può essere espressa nella sua forma più semplice con queste parole: cos’è una famiglia? In <i>Maborosi</i> (1995), il suo lungometraggio d’esordio tratto da un racconto di <a href="https://www.doppiozero.com/bagliori-fatui" rel="nofollow" target="_blank">Miyamoto Teru</a>, questa domanda inespressa accompagna una giovane madre nei mesi successivi all’inspiegabile suicidio del compagno: è una domanda muta, lontanissima, che col passare del tempo affiora nel flusso dell’impermanenza, legata al mistero della memoria come al progetto di una nuova vita. In <i>Nobody Knows</i> (<i>Nessuno lo sa</i>, 2004), il suo capolavoro liberamente ispirato a un tragico fatto di cronaca, la stessa domanda aleggia su un gruppo di bambini abbandonati dalla madre, che a Tokyo, nella più completa invisibilità, imparano a sopravvivere confidando nella responsabilità del fratello maggiore e nella loro solidarietà fraterna.
<br><br><span></span><a href="https://www.bambinietopi.it/2022/10/koreeda-broker.html#more">[Continua...]</a>Unknownnoreply@blogger.com