04/03/24

I visori e il futuro dell’educazione


Credo che il lancio del nuovo visore Apple Vision Pro, in vendita dal 2 febbraio negli Stati Uniti, debba suscitare in ciascuno di noi delle domande circa la società in cui viviamo e il mondo che vorremmo abitare. Guardando le immagini e i video diffusi, nei quali si vedono persone che indossano il costoso gadget tecnologico per strada, sui mezzi pubblici e perfino alla guida di auto, immerse nel loro mondo “aumentato” ed estraniate dalla realtà sociale, il mio pensiero è corso subito alle aule di scuola.

01/03/24

La cecità della macchina (e della bomba)


«Il crescente affidamento che la nostra società fa sui computer, che erano inizialmente destinati ad “aiutare” la gente a fare analisi e a prendere decisioni, ma che da ormai molto tempo hanno da un lato superato la comprensione di chi li usa, diventando d’altro canto indispensabili, è un fenomeno molto grave. […]

16/07/23

Scuola e intelligenze artificiali. Una riflessione


È stata pubblicata sul supplemento La Lettura del Corriere della Sera (nel numero 607 di domenica 16 luglio) un’intervista di Simone Di Biasio a Paolo Granata, professore di Cultura dei media all’Università di Toronto, a proposito di intelligenze artificiali. Mi congratulo con Simone Di Biasio, studioso che seguo e stimo da anni, per questa nuova collaborazione, anche se il mio pensiero è molto distante dalle opinioni espresse da Paolo Granata. Invito a leggere l’interessante intervista (qui la prima parte, qui la seconda), e voglio cogliere l’occasione per sviluppare una riflessione che avevo cominciato a elaborare qualche mese fa, con un appunto a un altro articolo pubblicato da Alessandro Carrera su Doppiozero.

27/02/23

ChatGPT a scuola. Un appunto


È stato pubblicato oggi su Doppiozero un interessante articolo di Alessandro Carrera sulle scritture prodotte dall’intelligenza artificiale, intitolato ChatGPT. Il punto di vista del diavolo. Vorrei soffermarmi sul modo in cui viene affrontata la questione scolastica, che è solo uno dei tanti punti toccati dall’articolo.

20/02/23

George Orwell. Lingua e letteratura del totalitarismo


«Il Parlanuovo non aveva soltanto lo scopo di fornire un mezzo di espressione per la visione del mondo e le abitudini mentali consone ai seguaci del Socing, ma di rendere impossibile ogni altra forma di pensiero. Si dava per inteso che con l’adozione totale e definitiva del Parlanuovo e la consegna del Parlantico all’oblio, un pensiero eretico – vale a dire un pensiero che divergesse dai principi del Socing – diventasse di fatto impensabile, almeno là dove il pensiero dipende dalle parole. […] Un simile esito veniva ottenuto in parte con l’invenzione di nuove parole, ma soprattutto tramite l’eliminazione dei termini sconvenienti e la spoliazione di significati non ortodossi e, per quanto possibile, di ogni altro significato secondario.»