14/04/23
Sulle rotte dei sogni
Uno dei sogni a cui sono più affezionato, per me molto significativo nella sua semplicità, risale a qualche anno fa:
Alcuni ex alunni di quinta, ormai iscritti alle medie, sono tornati a scuola per salutarmi. Uno di loro, Christian, prima di congedarsi mi regala un disegno. È una mappa del cortile della scuola molto particolare, perché invece dello spazio rappresenta il tempo, e tutti i suoi elementi sono ricordi che ci riguardano.
A distanza di anni mi sorprende scorgere in questo sogno l’intuizione di un percorso che avrei affrontato in seguito, in un’altra scuola e con altri alunni. Riflettendo ora sul senso di questa intuizione, direi che la mappa del tempo è una mappa che consente a ogni ricordo di farsi immagine del futuro, mettendo in relazione dimensioni solitamente contrapposte. È una mappa che crea continuità fra tempi differenti, e soprattutto nasce come un dono.
19/06/20
Il primo volo di Peter Pan
Il tempo ha riservato una sorte particolare a James M. Barrie (1860–1937), autore che fin da giovane è stato fra i più celebrati della sua generazione, ma che col passare dei decenni ha visto sia la maggior parte dei suoi lavori, sia il suo stesso nome eclissati dall’abbagliante stella che ha generato. Oggi tutti conoscono Peter Pan, quasi nessuno sa che nacque in un romanzo di cui non era nemmeno il personaggio protagonista, e ben pochi ricordano il nome del suo autore. Per gli studiosi che si sono occupati dell’opera di Barrie, viceversa, la costante attenzione al dato biografico è motivata dall’influenza che le circostanze familiari ebbero sulla sua poetica, ma in fin dei conti ha contribuito a mettere in risalto le idiosincrasie dell’uomo molto più dell’abilità dello scrittore e del drammaturgo, che pure fu lampante ai contemporanei ben al di là del grande pubblico («Mi piacerebbe fare una bella chiacchierata ininterrotta con quel talentuoso scozzese, prima di morire» osservò Mark Twain nella sua autobiografia, mentre Robert Luis Stevenson gli scrisse: «Io sono un artista capace; ma comincio a pensare che lei sia un genio»).
25/02/15
Peter Pan. Appunti sulle origini di un mito moderno
Nel 1928, in una nota di accompagnamento alla prima pubblicazione in volume della commedia Peter Pan (1904) – da cui nel frattempo aveva tratto anche il romanzo Peter and Wendy (1911) –, Barrie confessava in modo ironico ma rivelatore che non ricordava di avere scritto quell’opera. Le avventure di Peter Pan e dei lost boys, in altre parole, dovettero apparirgli già allora, e forse dal primo momento in cui le vide rappresentate sulla scena, come qualcosa di impersonale ed eterno: non il prodotto di una semplice attività compositiva, ma piuttosto il rivelarsi di un’intera mitologia che solo in parte traeva le sue radici dall’immaginazione dell’autore.
19/11/14
«Der kleine Häwelmann» di Theodor Storm e Else Wenz-Viëtor
Si dice che Theodor Storm, all’epoca ancora agli inizi della sua carriera letteraria, abbia ideato la fiaba Il piccolo Häwelmann (Der kleine Häwelmann, 1850) mentre era intento a guardare il figlio nella culla. Ne nacque una storia notturna e fantastica modellata sul mito di Icaro e sostanzialmente lontana da una visione ingenua e idilliaca dell’infanzia, con un bambino testardo, egocentrico e capriccioso come protagonista.
26/10/14
«The boy castaways», il libro “perduto” di J. M. Barrie
Prima di Peter Pan (1904), e ancora prima di The little white bird (1902) – libro tradotto da poco in italiano e in generale quasi dimenticato, se non fosse per i capitoli centrali pubblicati a parte come Peter Pan in Kensington gardens –, le muse infantili di Barrie, vale a dire i fratelli Llewelyn Davies, lo ispirarono a confezionare un curioso volumetto intitolato The boy castaways of Black Lake island (1901).