14/08/20

Cartoni in fondo al mare. Da Disney a BoJack Horseman


Il mondo dei cartoni animati della prima metà del Novecento ha ispirato i lavori di alcuni tra i più eccentrici fumettisti contemporanei, come Kim Deitch e Jim Woodring, ma anche gli sviluppatori di un videogioco più unico che raro come Cuphead (2017), che richiamandosi esplicitamente all’estetica dell’animazione anni ’30 è riuscito a far rivivere su un altro medium e in un’altra epoca il dirompente immaginario cartoonesco di quasi un secolo fa. Un’operazione in parte analoga, ma che rielabora le influenze della golden age dell’animazione in uno scenario contemporaneo, è all’origine di uno degli episodi più acclamati della serie animata BoJack Horseman, intitolato Fish Out of Water (Un pesce fuor d’acqua, quarto episodio della terza stagione, 2016), nel quale BoJack trascorre un weekend nelle profondità dell’oceano per partecipare a un importante festival cinematografico.

26/12/16

Fiaba e archetipi dell’immaginario da «Ico» a «The Last Guardian»


[Spoiler alert: il lettore che non abbia concluso The Last Guardian e non voglia conoscerne il finale è invitato a non leggere la seconda parte dell’articolo, L’immaginario iniziatico in «The Last Guardian».]

Negli anni Duemila il Team Ico diretto da Fumito Ueda sviluppò due videogiochi di avventura – Ico (2001) e Shadow of the Colossus (2005) – che innovarono l’immaginario del genere e ne ampliarono le possibilità espressive in modi per certi versi impensabili prima di allora. I più attenti critici hanno osservato che l’esperienza offerta da questi giochi non è riducibile all’ambito ludico, ma è comparabile a quella di un’opera d’arte; chiunque, sperimentandone l’atmosfera rarefatta e solitaria nell’esplorare castelli e rovine immensi, deserti e meravigliosi, nei panni di un bambino (Ico) e di un giovane eroe a cavallo (SoC), vi ha riconosciuto il carattere poetico e fiabesco di una storia senza età.

29/09/16

«Inside», o ai margini di un incubo dimensionale


[Spoiler alert: il lettore che non abbia concluso il videogioco e non voglia conoscerne il finale è invitato a non leggere la seconda parte dell’articolo.]

Solo in un bosco, di corsa, facendo attenzione a non lasciarsi catturare da guardie armate appostate tra gli alberi coi loro furgoni: il bambino percorre all’ombra un sentiero fangoso, supera un ruscello e delle staccionate, attraversa un laghetto nuotando sott’acqua… Nessuna parola o didascalia chiarifica il contesto della vicenda; soltanto l’abbaiare dei cani o il rumore di ruote che si allontanano rompono a tratti un silenzio altrimenti assoluto, scandito per il giocatore dal suono dei passi e dal respiro affannoso del bambino.