08/02/23
Il cuore dell’imperatore. Su «L’usignolo» di Andersen
24/01/23
La luna è una barca
26/09/21
Folklore digitale. «No Life King» (1989) di Jun Ichikawa
Tra i film sull’infanzia che ho raccolto in “Un secolo di bambini”, No Life King (1989) di Jun Ichikawa è senza dubbio uno dei meno conosciuti e dei più difficilmente reperibili, pur essendo un titolo che intercetta alcune tematiche divenute di anno in anno sempre più attuali. La pellicola, tratta dal romanzo d’esordio di Seikô Itô (No raifu kingu, 1988, ancora inedito sia in inglese che in italiano), narra di alcuni bambini che diventano dipendenti da un videogioco e a poco a poco finiscono per estraniarsi dal mondo reale, tra superstizioni e presagi di morte, mentre gli insegnanti di scuola e i loro genitori sembrano altrettanto alienati dai dispositivi di una società sempre più tecnologica.
20/02/20
Il risveglio del robot. «Io sono Shingo» di Kazuo Umezu
[L’articolo è stato originariamente pubblicato su Fumettologica il 6/2/2020.]
Il primo amore di Atom, il robot bambino noto in Occidente come Astro Boy, è una bambina robot a lui molto simile, ma che è stata costruita per contenere all’interno del suo corpo una bomba. La loro storia è raccontata nell’ultima puntata della seconda serie animata (Astro’s First Love, 1981), e termina con un epilogo non altrettanto sconvolgente di quello della prima serie (dove Atom sacrificava la vita volando verso la superficie incandescente del Sole), ma più malinconico. Dopo aver assistito agli ultimi momenti di vita di Niki, smantellata per disinnescare la bomba, Atom è consapevole che non sarà in alcun modo possibile ricostruirla, e chiede allora a Ochanomizu di effettuare una curiosa operazione per tenere in vita ciò che è rimasto della bambina, ovvero le sue gambe, innestandole nel proprio corpo al posto di quelle originarie.
03/09/19
La scuola del futuro nelle vignette di un secolo fa
Sulla pagina Facebook di Töpfferiana, il bel sito di Antoine Sausvert dedicato al fumetto delle origini, è comparsa una curiosa serie di vignette umoristiche, ritrovata su un giornale francese per bambini di inizio ‘900, che raffigura “la scuola del XXI secolo”. Le illustrazioni, firmate da Henri Avelot e tratte da Le Petit Journal illustré de la Jeunesse (n. 52, 8 ottobre 1905), cercano di immaginare i cambiamenti della vita scolastica a distanza di un secolo (l’indicazione dell’anno 2005/06 si legge nella prima vignetta), sulla scia di un filone molto popolare nel periodo a cavallo tra ‘800 e ‘900.