26/11/22

Un omaggio a Charles M. Schulz: Replica van Pelt


[Una versione ridotta di questo articolo è stata pubblicata su Doppiozero il 23/11/2022.]

A prima vista questo bimbo sembrerebbe una specie di Linus in miniatura, una copia del suo fratello maggiore, o meglio una Replica (Rerun), come l’ha chiamato delusa Lucy, desiderosa di una sorellina, nell’anno della sua nascita (1972). In mancanza di un nome proprio porterà sempre questo nomignolo, spesso tra virgolette, perché «tutti mi chiamano così», e per più di due decenni sarà solo una rara comparsa, nonché un personaggio che il suo stesso creatore, incerto sul ruolo da attribuirgli, finì per ritenere uno sbaglio – almeno finché il tempo non lo ricompensò con uno splendido riscatto.
 

01/11/22

Koreeda Hirokazu. Appunti d’autore


In occasione dell’uscita nelle sale italiane dell’ultimo film di Koreeda Hirokazu, Broker - Le buone stelle, ho condiviso sul mio profilo Facebook alcuni appunti sulla sua filmografia tratti dal libro Quand je tourne mes films (Atelier akatombo, 2019), inedito in Italia. Ho scelto in particolare sette suoi film, cercando di privilegiare i miei preferiti e di dare spazio ai suoi primi lavori, meno noti in Italia ma molto significativi. Trascrivo gli appunti anche su questa pagina, per chiunque fosse interessato ad approfondire la conoscenza di questo grande regista contemporaneo.

24/10/22

Natività senza famiglia. «Broker» di Koreeda Hirokazu


Una domanda che echeggia più o meno silenziosa in molti film di Koreeda Hirokazu può essere espressa nella sua forma più semplice con queste parole: cos’è una famiglia? In Maborosi (1995), il suo lungometraggio d’esordio tratto da un racconto di Miyamoto Teru, questa domanda inespressa accompagna una giovane madre nei mesi successivi all’inspiegabile suicidio del compagno: è una domanda muta, lontanissima, che col passare del tempo affiora nel flusso dell’impermanenza, legata al mistero della memoria come al progetto di una nuova vita. In Nobody Knows (Nessuno lo sa, 2004), il suo capolavoro liberamente ispirato a un tragico fatto di cronaca, la stessa domanda aleggia su un gruppo di bambini abbandonati dalla madre, che a Tokyo, nella più completa invisibilità, imparano a sopravvivere confidando nella responsabilità del fratello maggiore e nella loro solidarietà fraterna.

21/10/22

Un diario dalla periferia profonda


Un bambino ricorda che alla fine della via, nell’erba alta di un terreno sfitto, viveva un bufalo d’acqua, un animale grande e mansueto che si svegliava solo quando qualcuno si fermava per chiedergli un consiglio. Allora, dopo essersi avvicinato lentamente, il bufalo si limitava a sollevare uno zoccolo per indicare la strada giusta, che una volta percorsa finiva sempre per rivelare delle sorprese. Come faceva a saperlo? è la domanda che ogni volta accompagnava nello stupore il bambino e i suoi amici, ma un’altra domanda, posta da un alunno non appena finisco di leggere la storia, ci offre una chiave preziosa per rileggerla in profondità: Perché i bambini smettono di andare a trovarlo?

29/09/22

La cosa più naturale del mondo


Credo di averlo già incontrato anni fa, quando insegnavo altrove. Era sul tram con la nonna, non lontano dalla stazione, un pomeriggio in cui per caso mi sono soffermato a guardarlo nella sua divisa elegante, inconsapevole che in un giorno come tanti si possa incrociare un’immagine del futuro. La sua vecchia scuola si affaccia su quella strada, mentre qui siamo entrambi ospiti provvisori, senza divisa ma mascherati, e per via dei lavori di ristrutturazione non vedremo la nostra vera scuola per molti mesi, forse fino alla fine dell’anno scolastico. I due nuovi arrivati, alunno e maestro, in una classe ormai abituata ai traslochi e all’impensabile.