29/03/23

Il profeta, il maestro e il giardiniere


«Mi ricordai di quel profeta dallo sguardo duro e per giunta guercio. Un giorno mi venne a trovare fremente di sdegno. Uno sdegno sinistro:
– Occorre sterminarli – mi disse.
Io capii che aveva il gusto della perfezione, poiché solo la morte è perfetta.
– Essi peccano – disse.
Io tacevo. Vedevo dinanzi a me quell’anima temprata come una spada. Ma pensavo: – Costui esiste contro il male. Non esiste se non attraverso il male. Che cosa sarebbe dunque senza il male?
– Che cosa desideri per essere felice? – gli chiesi.
– Il trionfo del bene.
Mi rendevo conto che egli mentiva, poiché chiamava felicità il lasciare arrugginire la propria spada senza usarla.»

20/02/23

George Orwell. Lingua e letteratura del totalitarismo


«Il Parlanuovo non aveva soltanto lo scopo di fornire un mezzo di espressione per la visione del mondo e le abitudini mentali consone ai seguaci del Socing, ma di rendere impossibile ogni altra forma di pensiero. Si dava per inteso che con l’adozione totale e definitiva del Parlanuovo e la consegna del Parlantico all’oblio, un pensiero eretico – vale a dire un pensiero che divergesse dai principi del Socing – diventasse di fatto impensabile, almeno là dove il pensiero dipende dalle parole. […] Un simile esito veniva ottenuto in parte con l’invenzione di nuove parole, ma soprattutto tramite l’eliminazione dei termini sconvenienti e la spoliazione di significati non ortodossi e, per quanto possibile, di ogni altro significato secondario.»
 

08/02/23

Il cuore dell’imperatore. Su «L’usignolo» di Andersen


Condivido il testo di un discorso che ho scritto ispirandomi alla fiaba L’usignolo, di Hans Christian Andersen, e ad alcune osservazioni fatte dai miei alunni di quinta elementare dopo la lettura di questa fiaba. Ho letto questo testo in classe per riprendere alcuni spunti che erano emersi dal dialogo, riallacciandomi a una battuta che durante la lezione precedente non avevo compreso.

18/01/23

Bambini e topi. Un testo raro di Italo Calvino


È stato pubblicato oggi su Repubblica il primo di una serie di testi rari di Italo Calvino, ritrovati e riproposti in occasione del centenario della sua nascita (1923). Vorrei approfittare della curiosa coincidenza del titolo col nome di questo blog per riportarne qui un estratto, e proseguire così il discorso sulla futurologia che in passato abbiamo già trattato assieme a due grandi maestri della fantascienza come Isaac Asimov e Stanislaw Lem, ma anche coi fumetti di Antonio Rubino e di Henri Avelot sulla scuola del futuro, e con alcuni cartoni animati dei primi decenni del secolo scorso. Buona lettura.

09/01/23

Mattatoio n.5: Vonnegut a fumetti


In un discorso tenuto nel 2019, per il cinquantesimo anniversario di Mattatoio n.5 (1969), Salman Rushdie accostò il romanzo di Kurt Vonnegut a Catch-22 (1961) di Joseph Heller, ed entrambi alla guerra in Vietnam. Due romanzi che descrivevano gli orrori della seconda guerra mondiale, ricordò infatti, attrassero a quel tempo un pubblico di lettori che seguivano con enorme preoccupazione lo svolgersi dell’ennesima escalation di violenza. Entrambi i romanzi vennero letti anche in relazione a tale conflitto, e in essi il racconto della guerra passata si rendeva comunicabile e sovrapponibile al presente grazie alla maschera della commedia: da un lato la follia farsesca di Heller, che Rushdie paragona a Charlie Chaplin; dall’altro l’umorismo nero di Vonnegut, più simile nel suo tono malinconico a un Buster Keaton. Ma ciò che davvero accomuna i due libri, afferma Rushdie, è la rappresentazione di un mondo «che ha perso la testa, nel quale i bambini sono mandati a fare il lavoro degli uomini e a morire».