26/12/16

Fiaba e archetipi dell’immaginario da «Ico» a «The Last Guardian»


[Spoiler alert: il lettore che non abbia concluso The Last Guardian e non voglia conoscerne il finale è invitato a non leggere la seconda parte dell’articolo, L’immaginario iniziatico in «The Last Guardian».]

Negli anni Duemila il Team Ico diretto da Fumito Ueda sviluppò due videogiochi di avventura – Ico (2001) e Shadow of the Colossus (2005) – che innovarono l’immaginario del genere e ne ampliarono le possibilità espressive in modi per certi versi impensabili prima di allora. I più attenti critici hanno osservato che l’esperienza offerta da questi giochi non è riducibile all’ambito ludico, ma è comparabile a quella di un’opera d’arte; chiunque, sperimentandone l’atmosfera rarefatta e solitaria nell’esplorare castelli e rovine immensi, deserti e meravigliosi, nei panni di un bambino (Ico) e di un giovane eroe a cavallo (SoC), vi ha riconosciuto il carattere poetico e fiabesco di una storia senza età.