17/05/23

Il dono del platano


Il 4 aprile scorso è stato l’ultimo giorno di vita di un albero secolare della mia città, il platano di piazza Buozzi (Milano), abbattuto la mattina seguente. Quel giorno, prima di andare a salutare l’albero nel tardo pomeriggio, ho sentito il bisogno di scrivere un piccolo racconto.

05/05/23

Scuola e letteratura. Un’intervista su Dorothy e Alice


È online la mia intervista con Piero Guglielmino, curatore del progetto «Dorothy e Alice», che ringrazio di cuore per l’invito. Abbiamo parlato del mio ultimo articolo per il blog di Topipittori, Sulle rotte dei sogni, in cui proseguo il racconto delle letture che sto facendo a scuola coi miei alunni di settimana in settimana, ma è stata per me anche un’occasione per raccontare come si è sviluppata nell’infanzia la mia passione per la letteratura, e infine per sottolineare la necessità di ritrovare le parole della scuola, in un momento in cui proliferano i discorsi “sulla” scuola.

14/04/23

Sulle rotte dei sogni


Uno dei sogni a cui sono più affezionato, per me molto significativo nella sua semplicità, risale a qualche anno fa:

Alcuni ex alunni di quinta, ormai iscritti alle medie, sono tornati a scuola per salutarmi. Uno di loro, Christian, prima di congedarsi mi regala un disegno. È una mappa del cortile della scuola molto particolare, perché invece dello spazio rappresenta il tempo, e tutti i suoi elementi sono ricordi che ci riguardano.

A distanza di anni mi sorprende scorgere in questo sogno l’intuizione di un percorso che avrei affrontato in seguito, in un’altra scuola e con altri alunni. Riflettendo ora sul senso di questa intuizione, direi che la mappa del tempo è una mappa che consente a ogni ricordo di farsi immagine del futuro, mettendo in relazione dimensioni solitamente contrapposte. È una mappa che crea continuità fra tempi differenti, e soprattutto nasce come un dono.

29/03/23

Il profeta, il maestro e il giardiniere


«Mi ricordai di quel profeta dallo sguardo duro e per giunta guercio. Un giorno mi venne a trovare fremente di sdegno. Uno sdegno sinistro:
– Occorre sterminarli – mi disse.
Io capii che aveva il gusto della perfezione, poiché solo la morte è perfetta.
– Essi peccano – disse.
Io tacevo. Vedevo dinanzi a me quell’anima temprata come una spada. Ma pensavo: – Costui esiste contro il male. Non esiste se non attraverso il male. Che cosa sarebbe dunque senza il male?
– Che cosa desideri per essere felice? – gli chiesi.
– Il trionfo del bene.
Mi rendevo conto che egli mentiva, poiché chiamava felicità il lasciare arrugginire la propria spada senza usarla.»

20/02/23

George Orwell. Lingua e letteratura del totalitarismo


«Il Parlanuovo non aveva soltanto lo scopo di fornire un mezzo di espressione per la visione del mondo e le abitudini mentali consone ai seguaci del Socing, ma di rendere impossibile ogni altra forma di pensiero. Si dava per inteso che con l’adozione totale e definitiva del Parlanuovo e la consegna del Parlantico all’oblio, un pensiero eretico – vale a dire un pensiero che divergesse dai principi del Socing – diventasse di fatto impensabile, almeno là dove il pensiero dipende dalle parole. […] Un simile esito veniva ottenuto in parte con l’invenzione di nuove parole, ma soprattutto tramite l’eliminazione dei termini sconvenienti e la spoliazione di significati non ortodossi e, per quanto possibile, di ogni altro significato secondario.»