04/04/19

[Soffitte] Una nuova raccolta online di fumetti americani delle origini


[La rubrica Soffitte è dedicata principalmente alla scoperta di archivi digitali disponibili in rete.]

La biblioteca digitale Gallica ha recentemente messo a disposizione le riproduzioni digitalizzate di intere annate dell’edizione europea del quotidiano New York Herald, ovvero di una delle più prestigiose testate che contribuirono allo sviluppo del fumetto negli Stati Uniti tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento.

Il sito Topfferiana di Antoine Sausverd, un punto di riferimento imprescindibile per gli appassionati del fumetto d’epoca, ha preso in esame questa preziosa raccolta fornendone una puntuale analisi storica e un utilissimo indice dei contenuti che rende molto più pratica la sua consultazione, organizzato in ordine cronologico sulla base dei titoli delle varie serie a fumetti e comprensivo dell’indicazione di tutti gli autori.

Una buona parte della collezione comprende i lavori di tre maestri, la cui importanza non può essere trascurata in qualsiasi discorso sulla nascita del fumetto: Richard F. Outcault, Winsor McCay e Gustave Verbeek. Oltre alle serie più famose e longeve – rispettivamente Buster Brown, Little Nemo in Slumberland e The Terrors of the Tiny Tads – la raccolta include molti altri esempi del loro lavoro: Aunt Ophelia, Buddy Tucker e Tommy Dodd di Richard F. Outcault; Dream of the Rarebit Fiend, Hungry Henrietta, Little Sammy Sneeze, Phurious Phinish of Phoolish Philipe’s Phunny Phrolics e Sister’s Little Sister’s Beau di Winsor McCay; The Loony Lyrics of Lulu e The Upside-Downs of Little Lady Lovekins and Old Man di Gustave Verbeek.

Per il resto, il pregio principale della raccolta consiste nella presenza di diverse serie meno note ma non per questo meno interessanti, molte delle quali fino ad oggi erano quasi del tutto irreperibili in rete. Di seguito una breve galleria di tavole tratte da alcune di esse.


«Brick» Bodkins’ Pa di Earl Hurd (1912-14) – Tra i pionieri che operarono sia come fumettisti che come animatori, l’importanza di Earl Hurd è seconda solo a quella del grande Winsor McCay. Oltre a possedere un tratto pulitissimo e una buona vena umoristica – come dimostra questa serie a fumetti –, Hurd fu l’inventore della tecnica del rodovetro per i disegni animati (cel process), che brevettò nel 1914 e sviluppò in seguito assieme a John Randolph Bray. La serie animata più celebre nata dalla loro collaborazione è Bobby Bumps.


Johnny Quack di Charles Twelvetrees (1909-11) – Il papero Johnny Quack fornisce un bell’esempio del filone umoristico dei funny animals. L’antropomorfizzazione dell’animale è qui associata quasi esclusivamente al vestiario, ma la grande cura per la rappresentazione delle espressioni e dei movimenti lo rende un autorevole antenato dei paperi disneyani.


Naughty Pete di Charles Forbell (1913) – Con Naughty Pete Charles Forbell realizzò una serie sperimentale che interruppe dopo qualche mese, e che tuttavia sarebbe stata destinata a diventare con quasi un secolo di ritardo, per i cultori più consapevoli, uno dei gioielli più fulgidi nella storia del fumetto.


Percy «Brain He Has Nix» di Harry Cornell “H. C.” Greening (1911-13) – Il sorridente automa umanoide di nome Percy è ricordato come il primo robot protagonista di una serie a fumetti, un primato che lo pone in una posizione di assoluto rilievo all’interno del filone della protofantascienza di inizio Novecento. Lo stesso Greening realizzò nel 1916 un cortometraggio animato incentrato sul personaggio, che però ad oggi risulta purtroppo perduto.


The Wiggle Much di Herbert E. Crowley (1910) – L’unica serie a fumetti creata dal britannico Herbert E. Crowley – cui avevamo dedicato tempo fa un articolo – è tanto breve quanto incredibile per stranezza: un puro concentrato di umorismo nonsense, di simbolismo esoterico e di cuteness infantile, accompagnato da disegni visionari stilisticamente impressionanti e da bizzarre rime che sembrano tratte da poemi medioevali.


The Woozlebeasts di John Prentiss Benson (1904) – Le creature fantastiche di The Woozlebeasts, come quelle molto affini di due pionieri come Walt McDougall e Gustave Verbeek, sono esemplari di una vena immaginifica che raramente, nei decenni a venire, si sarebbe ripresentata con uguale spontaneità e prolificità.