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«Sono nato in una casa in cui viveva un poeta. Era mio padre. I miei amici d’infanzia mi dicevano: tuo padre è strano! Lui piaceva a tutti, era facile amare una persona così semplice, così gentile, così attenta agli altri. Ma lo trovavano “strano”. Per la verità, lo pensavo anch’io. Perché perdeva un tempo infinito a guardare gli uccelli bianchi che sorvolavano il fiume Chiveve. Ed era capace di incantarsi davanti a una pietra, a un seme, a un verso. Mio padre portava a casa libri e dischi come un contrabbandiere trasporta le merci più preziose. Mio padre era uno speleologo di bellezze in un mondo occupato da questioni di tempo e di denaro.