10/02/21

Astro Boy. Una fiaba dell’era atomica


Nella primavera del 1945 le principali città giapponesi furono devastate dai bombardamenti aerei americani. Poiché la gran parte dei bambini erano stati sfollati nelle campagne, l’uscita del film animato Momotarō: Umi no Shinpei di Mitsuyo Seo avvenne quasi in sordina, ma per un singolo spettatore, nel teatro Shochikuza di Osaka miracolosamente risparmiato dagli incendi, rappresentò un evento fatale. Il “dio del manga” Osamu Tezuka era allora uno studente sedicenne, e di fronte all’atmosfera commossa che in molte scene della pellicola accompagna il richiamo patriottico alla struggente speranza per un futuro migliore sentì crescere in sé il desiderio di realizzare un cartone animato altrettanto emozionante.

La fiaba tradizionale di Momotarō racconta di un bambino nato da una grande pesca, trovato in un ruscello e allevato da una coppia di anziani senza figli, che una volta cresciuto parte in missione con un cane, una scimmia e un fagiano per affrontare una banda di demoni. Nel cartone di Seo, allo stesso modo, i giovani soldati giapponesi al seguito di Momotarō, disegnati come animali dalle fattezze infantili, lasciano le proprie famiglie e si imbarcano a bordo di navi e aerei militari per combattere un nemico lontano, in una guerra le cui origini risalgono all’inganno di un ambasciatore straniero che dopo essersi finto un mercante, tempo prima, aveva smascherato a colpi di cannone la sua natura di pirata.

Un altro ambasciatore chiamato Atom, il robot bambino creato da Osamu Tezuka che in America sarebbe diventato celebre col nome di Astro Boy, fece invece la sua prima comparsa come personaggio comprimario nella breve serie a fumetti Atomu Taishi (“Ambassador Atom”, 1951–52), dove viene inviato nello spazio dai terrestri per risolvere una controversia con gli abitanti di un pianeta gemello. In una scena che evidenzia molto bene la strana commistione di meccanicità e umanità caratteristica di questo prototipo ancora embrionale dell’Atom che verrà – ma anche la maestria con cui Tezuka riesce a divertire e a far riflettere allo stesso tempo – il piccolo robot si svita la testa per cederla ai rappresentanti alieni come garanzia della sua buona fede, e in questo modo propizia un accordo di pace altrimenti impossibile.

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Osamu Tezuka

Momotarō: Sacred Sailors (1945) di Mitsuyo Seo

Una scena dal manga Ambassador Atom di Osamu Tezuka (1951-52)

La nascita di Atom nella prima serie animata di Astro Boy (1963-66)

Due fotogrammi dall’ultimo episodio della prima serie di Astro Boy (1966)