01/11/19

[Soffitte] I tesori illustrati di archive.org


[La rubrica Soffitte è dedicata principalmente alla scoperta di archivi digitali disponibili in rete.]

La biblioteca digitale non-profit Internet Archive, nata per consentire un accesso universale alla conoscenza, è uno dei più vasti progetti di archiviazione disponibili in rete. Navigando sul relativo portale, archive.org, può capitare di imbattersi in volumi introvabili, libri da collezione e curiosità per bibliofili, ma non sempre è facile orientarsi in quello che sembra uno sterminato oceano virtuale. Rispolverando la rubrica Soffitte, ho scelto tre libri illustrati tra i tanti che nel corso degli anni ho scovato sul sito: il primo è una strampalata parodia della discesa dantesca agli inferi; il secondo è un caustico libretto di storie edificanti per bambini; il terzo è una raffinata fiaba esotica, scritta e illustrata da uno dei più grandi (e dimenticati) illustratori del XX secolo, Boris Artzybasheff.


Through Hell with Hiprah Hunt (1901)
Art Young


Arthur Henry “Art” Young (1866–1943) fu un illustratore americano noto soprattutto per le sue vignette politiche. In Through Hell with Hiprah Hunt (1901), a partire dal modello dantesco, la sua ispirazione satirica l’ha portato a immaginare una nuova discesa agli inferi aggiornata al XX secolo, con un immaginario pieno zeppo di macchinari industriali e burocrazia. Satana accoglie il visitatore comodamente seduto nel suo ufficio, e molti nuovi gironi infernali sono riservati alle moderne professioni: fotografi, direttori di giornali, ma anche caricaturisti (condannati a guardare per sempre una rappresentazione deformata del proprio volto).

[link: https://archive.org/details/throughhellwithh00youn]

Due edizioni precedenti dello stesso libro disponibili su archive.org, con illustrazioni leggermente diverse e maggior spazio riservato alla storia, sono Hades up to Date (1892) e Hell up to Date (1893).







Cautionary Tales for Children (1907)
Hilaire Belloc e Basil Temple Blackwood (ill.)


Una spassosa rivisitazione anglofona della tradizione di storielle edificanti, sulla falsariga dello Struwwelpeter di Heinrich Hoffmann. In bilico tra esagerazione iperbolica e nonsense, i versi di Hilaire Belloc (1870–1953), accompagnati dalle efficacissime immagini stilizzate di Basil Temple Blackwood (B. T. B., 1870–1917), narrano di bambini che pagano in modo orribile le loro disobbedienze quotidiane. Jim scappa dalla sua tata e viene divorato lentamente, «bit by bit», da un leone; Matilda finisce bruciata viva in casa; Rebecca, che ama sbattere le porte, si uccide in un modo assurdo… Le cose vanno decisamente meglio a Algernon, che ha l’abitudine di giocare con un fucile… ma se la cava con una lavata di capo.

La sproporzione tra causa ed effetto, oltre all’imprevedibilità degli eventi, è parte integrante del piacere di questo libro, e del resto è lo stesso autore, nell’introduzione, a precisare prima di tutto che le storie non sono veritiere: in caso contrario, come ammette lui stesso in un curioso patto col lettore, non sarebbe sopravvissuto abbastanza per poterle raccontare.

[link: https://archive.org/details/cautionarytalesf00belluoft]



Il libro ottenne un grande successo e fu oggetto di numerose riedizioni, la più interessante delle quali è stata illustrata da Edward Gorey (2002).

Tra le altre opere digitalizzate dei due autori, segnalo il dittico zoologico The Bad Child’s Book of Beasts (1875) e More Beasts (For Worse Children) (1897), due bestiari di cui si trovano anche edizioni più recenti, come questa del 1965. Una raccolta di Cautionary Tales del 1950, invece, contiene altre storielle di bambini cattivi.



Poor Shaydullah (1931)
Boris Artzybasheff


Una fiaba ambientata nell’antico Marocco, ai tempi del prosperoso regno del sultano Yakoub el Mansour. Il protagonista, Shaydullah, è un mendicante che trascorre la sua vita oziosamente a Marrakech, in attesa che la buona sorte, ricompensandolo della sua pazienza, gli faccia dono delle grandi ricchezze che sente in cuor suo di meritare. Un giorno, stanco di aspettare, si mette in viaggio alla ricerca di Allah attraversando monti, mari e deserti, ma nonostante una serie di incontri provvidenziali con un leone, un albero di banane e un pesce che chiedono il suo aiuto, rimane legato a una visione egoistica e superficiale della vita.

L’ignoranza di Shaydullah lo porterà dapprima a fraintendere le parole della divinità, e poi a diventare il pasto del leone affamato, senza quasi accorgersene. «Sei come un bambino che siede davanti a una porta aperta e piange perché la porta è chiusa,» gli dice Allah con parole che ricordano molto la parabola “Davanti alla legge” nel Processo di Kafka, «poiché non riesci a vedere che la porta è aperta». E proprio come un bambino, alla fine, il povero Shaydullah finirà sculacciato da un angelo.

[link: https://archive.org/details/poorshaydullah00inartz]





Non credo di esagerare nel dire che Boris Artzybasheff (1899–1965), nato in Russia ma emigrato in America nel 1919, è stato in assoluto uno dei più grandi illustratori del XX secolo. La sua fama resta legata soprattutto alle illustrazioni per il Time, per cui realizzò più di 200 copertine tra gli anni ’40 e ’60, ma la sua produzione comprende anche una cinquantina di libri illustrati, diversi dei quali scritti da lui stesso (come Poor Shaydullah). In Italia, il più famoso tra i libri che illustrò è The Circus of Dr. Lao di Charles G. Finney (Il circo del dottor Lao, 1935), eccentrico gioiellino di fantascienza che in alcune edizioni (ma non in tutte) è riproposto con le sue illustrazioni originali.

Artzybasheff fu un artista estremamente versatile, capace di padroneggiare diversi stili e di reinventare il proprio lavoro a seconda dell’occasione. Il suo stile è stato paragonato a Salvador Dalí, Al Hirschfeld, Wally Wood e Basil Wolverton. Fu un grande ritrattista (come dimostrano le copertine del Time), ma le sue opere migliori sono accomunate da un’ispirazione surreale e da un tocco di comicità grottesca. La serie più impressionante è forse “Machinalia”, nella quale il mondo delle macchine si anima assumendo sembianze antropomorfe, come in una sorta di inquietante fantasia disneyana.

Alcune sue illustrazione disponibili su archive.org sono incluse in The Artist and the Child – il catalogo di una mostra di libri per bambini e illustrazioni originali tenuta alla Boston Public Library (1980) – e in una ricca raccolta amatorialeAltri libri di ispirazione fiabesca e favolistica da lui illustrati, come The Fairy Shoemaker and Other Fairy Poems (1928), Aesop’s Fables (1933) e Seven Simeons (1937), non sono ancora stati digitalizzati – ma probabilmente è solo questione di tempo.