26/01/18

Robot e tecnocrazia. Appunti sull’animazione di una volta


Un’illustrazione di Winsor McCay apparsa il 2 aprile del 1933 sul San Francisco Examiner rappresenta un mostruoso dinosauro meccanico a spasso nel quartiere industriale di una città, mentre calpesta e distrugge tutto ciò che gli capita sul cammino. La scritta “Technocracy” sul corpo della bestia è un chiaro rimando all’omonimo movimento sociale che da qualche mese stava raccogliendo consensi negli Stati Uniti, proponendo di superare la crisi economica attraverso la sostituzione dei politici con scienziati e ingegneri ritenuti in grado di risollevare le sorti del paese.

11/08/15

[Altreletture] Charles Burns, Alice, conigli e leoni bianchi


Prende il via con questa prima puntata Altreletture, nuova rubrica dedicata alla segnalazione di articoli recentemente pubblicati in giro per la rete e relativi ad argomenti di sicuro interesse per i lettori di questo sito.

22/01/15

Le metamorfosi di Oswald the Lucky Rabbit


Nel 1927, un anno prima dell’esordio di Mickey Mouse, Walt Disney creò con la collaborazione di Ub Iwerks il suo primo personaggio di fantasia degno di figurare come protagonista in una serie di cartoni animati: Oswald the Lucky Rabbit.

La serie segnò per Disney un significativo passo in avanti rispetto alle Alice Comedies (1923-1927), dove un’unione non troppo riuscita di riprese dal vivo con sequenze disegnate serviva a rappresentare le avventure di una bambina in carne ed ossa in un mondo fantastico: fondata unicamente sulla tecnica del disegno animato, essa introdusse un animale di fantasia e dalle fattezze antropomorfe come personaggio protagonista (sul modello del Felix the Cat di Pat Sullivan, che già aveva ispirato a Disney il gatto Julius nelle Alice Comedies), concedendogli un rilievo molto più marcato nelle storie di quello che a suo tempo ebbe Alice.

16/11/14

La vita dei giocattoli nell’animazione americana (1907/41)


Il motivo dei giocattoli che prendono vita, in anni recenti consacrato ad un’immensa fama grazie alla trilogia di Toy Story, affonda le sue radici nei primordi del cinema di animazione. Il tema è anzitutto caratteristico di un immaginario legato all’infanzia borghese che si diffonde nel XIX secolo in parallelo alla crescita della produzione artigianale e poi industriale di giocattoli, come testimoniano vari luoghi della letteratura – dai soldatini che prendono vita in Schiaccianoci e il re dei topi (Nußknacker und Mausekönig, 1816) di E. T. A. Hoffmann, nel Soldatino di stagno di Hans Christian Andersen (Den standhaftige tinsoldat, 1838) e in Re Schiaccianoci e il povero Reginaldo di Heinrich Hoffmann (König Nußknacker und der arme Reinhold, 1851) al Pinocchio di Collodi (1881), passando per la fiaba L’omino di pan di zenzero (The gingerbread man, 1875) e arrivando infine alle bambole animate in The Adventures of Two Dutch Dolls and a Golliwogg (1895), libro illustrato di Florence Kate Upton.