23/02/18

[Soffitte] Le origini del fumetto statunitense in una raccolta online


[La rubrica Soffitte è dedicata principalmente alla scoperta di archivi digitali disponibili in rete.]

Il fumetto nacque e si diffuse negli Stati Uniti negli anni a cavallo tra ‘800 e ‘900, quando sugli inserti domenicali dei principali quotidiani comparvero le prime strisce di vignette sequenziali e poi si consolidarono i tratti basilari del linguaggio grafico, stilistico ed espressivo che sarebbe divenuto caratteristico del medium.

Uno degli studiosi che negli ultimi anni si è maggiormente occupato di questa fase della storia del fumetto è Peter Maresca, editore e curatore di una serie di magnifici volumi pubblicati dalla Sunday Press. Oltre alla divulgazione e alla valorizzazione di materiali di ardua reperibilità, uno dei pregi principali di questa iniziativa editoriale consiste nel presentare le tavole a grandezza naturale, ovvero nelle dimensioni in cui apparvero sulle pagine dei quotidiani dell’epoca. Possiamo in questo modo leggere capolavori come Little Nemo in Slumberland di Winsor McCay (in due volumi che contengono una selezione delle migliori storie) o Gasoline Alley di Frank King (nel volume Sundays with Walt & Skeezix) nel loro formato originale, o ancora riscoprire il fascino di serie meno note, per non dire letteralmente dimenticate, grazie a raccolte dedicate ad alcuni nuclei tematici ricorrenti (il fantastico in Forgotten Fantasy, la gioiosa anarchia in Society is Nix).

Volumi di questo genere, stampati in edizioni limitate e di lusso, fanno la gioia dei cultori del fumetto d’epoca, ma d’altra parte restano tutto sommato inaccessibili al grande pubblico. Per sopperire a questa lacuna la rete fornisce molti strumenti, come siti e blog di specialisti, storici e collezionisti. Uno dei più interessanti è stato curato dallo stesso Maresca per quasi due anni e mezzo – dal 15 luglio 2013 al 27 dicembre 2015 –, ed è una collezione digitale liberamente accessibile, ospitata sul portale GoComics e intitolata Origins of the Sunday Comics. Di settimana in settimana Maresca ha raccolto un’ampissima selezione di tavole quasi sempre commentate (più di 500), proponendole in ordine cronologico (salvo in circostanze particolari come durante le festività natalizie) allo scopo di delineare un percorso storico che abbraccia due decenni ricchissimi di autori e opere notevoli (se si esclude la prima tavola, tratta da un periodico londinese del 1869, l’arco di tempo considerato va infatti dal 1894 al 1915).

Il logo del progetto.

Di seguito una selezione di tavole tratte dalla raccolta. Per visualizzarle in alta risoluzione si rimanda al sito GoComics, raggiungibile clickando sulla data riportata in grassetto sotto ogni immagine.


29/11/1896. Una delle strisce sequenziali di Richard Felton Outcault con Yellow Kid, il grande protagonista della fase aurorale dei fumetti domenicali statunitensi. I balloon, non ancora divenuti a questa altezza cronologica una convenzione stabile del linguaggio del nuovo medium, sono riservati qui ai soli animali.


5/12/1897. Una tavola di Ted Powers ironizza su alcuni classici motivi comici, molti dei quali onnipresenti nelle strisce a fumetti dell’epoca. Se non è bello ridere delle disgrazie altrui, si chiede, perché lo facciamo così spesso? Come nota Peter Maresca, la gran parte delle situazioni slapstick rappresentate derivano dal mondo del vaudeville, più che dalle vignette umoristiche pubblicate sui periodici.


29/10/1899. Una tavola di James Swinnerton in cui compare un bambino di nome Jimmie, antesignano del protagonista della sua striscia più famosa, Little Jimmy (1904).


22/4/1900The Mannikins di Mark Fenderson, una delle prime serie di ispirazione fantastica.


13/10/1901. I personaggi di Rudolph Dirks (The Katzenjammer Kids) incontrano quelli di Frederick Burr Opper (Happy Hooligan). Anni dopo i due autori avrebbero pubblicato The Three Funmakers (1908), il primo comic book a raccogliere ristampe di ben tre serie differenti (oltre alle due già citate, la terza è And Her Name Was Maud di Opper). Per quanto riguarda questa tavola, molto suggestiva è la divisione delle vignette per consentire di vedere cosa succede sott’acqua.


2/2/1902. Una tavola di ispirazione futurologica in cui Eddie Eksergian immagina i possibili utilizzi della telegrafia senza fili, che Guglielmo Marconi aveva da poco sperimentato. In più di una vignetta le sue previsioni paiono anticipare tecnologie che sarebbero apparse quasi un secolo più tardi, come lo streaming di video (prima vignetta) o la messaggistica istantanea usata per il sexting (quarta vignetta). Nel caso della seconda vignetta, una situazione che richiama da vicino quella dei videogiochi online è illustrata in senso metaforico, ma coglie assolutamente nel segno!


7/1902. Una delle più antiche strisce di Buster Brown, il celebre monello agghindato come un “piccolo Lord” creato dalla matita di Richard Felton Outcault.


4/10/1903. The Upside Downs of Little Lady Lovekins and Old Man Muffaroo è la serie più nota di Gustave Verbeek, maestro del fumetto surreale e sperimentale. Le tavole di questa serie, composte da sei vignette ciascuna, dovevano essere capovolte perché il lettore potesse conoscerne il finale. Qui, per favorire la lettura della storia, la tavola è stata riprodotta due volte. Un’altra raccolta presente sullo stesso sito contiene tutte le storie di questa serie.


11/9/1904. The Woozlebeasts fu la sola serie pubblicata da John Prentiss Benson e un vero gioiello del nonsense, con figure bizzarre e fantastiche accompagnate da limericks che rinnovano la tradizione di Edward Lear e Lewis Carroll.


15/10/1905. La prima tavola di Little Nemo in Slumberland, il capolavoro di Winsor McCay. Un’altra raccolta presente sullo stesso sito contiene tutte le storie di questa serie.


25/2/1906. The Naps of Polly Sleepyhead, una versione femminile del Little Nemo di McCay, è la sola striscia creata da Peter Newell, illustratore celebre per i suoi libri per bambini.


19/8/1906. Wee Willie Winkie’s World di Lyonel Feininger è una delle serie più evocative dell’intero panorama fumettistico dell’epoca, capace di tradurre lo sguardo di un bimbo sulla realtà circostante con visioni di volta in volta poetiche, surreali, inquietanti e magiche.


3/4/1910. The Wiggle-Much di Herbert Crowley è con ogni probabilità la serie più insolita e visionaria pubblicata in quegli anni, e forse non solo. All’autore e alla sua opera è stato dedicato tempo fa un articolo.


10/8/1913. La prima tavola del Naughty Pete di Charles Forbell, serie sperimentale come poche altre, offre un eloquente saggio del talento creativo del suo autore e della sua capacità di reinventare il linguaggio del medium.